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Schifani: "Si cambino i membri della Giunta, troppe parole"

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Michele Chicco
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Un turnover immediato dei componenti della Giunta per le elezioni del Senato. A chiederlo è Renato Schifani, capogruppo del Pdl a Palazzo Madama, che si rivolge direttamente al Presidente Pietro Grasso: "La violazione degli elementari principi di riservatezza da parte di alcuni membri della Giunta, i quali hanno a mezzo stampa dichiarato come voteranno, prima degli   adempimenti previsti, richiede la valutazione del presidente Grasso sulla esigenza di procedere alla loro sostituzione, considerata la funzione giurisdizionale che la Giunta medesima assolve". Secondo Schifani, infatti, essere in quella Giunta “impone il rigoroso dovere di non  poter anticipare in alcuna sede o contesto quali saranno le decisioni   finali dei singoli componenti” e quindi è necessario cambiare. Troppe chiacchiere - Renato Schifani attacca i membri della giunta perché hanno dichiarato come voteranno prima che tutto venga discusso in Giunta. Troppo facile, per il capogruppo Pdl, pensare che qualche pregiudizio di troppo possa condizionare l'esito del giudizio. In serata, parlando ai microfini del Tg3, Renato Schifani va oltre: "Se il voto dovesse trasformarsi in un plotone di esecuzione - ha detto il capogruppo Pdl - questo sarebbe per noi un fatto politicamente inaccettabile. Se il voto dovesse essere politico, la convivenza sarebbe impossibile”. Se dalla parte di Renato Schifani si sono schierati i senatori  Pdl, alla senatrice Loredana De Petris, capogruppo di Sel, è toccato il compito di difendere Dario Stefano, presidente della Giunta e compagno di partito. “E' chiaro che di fronte ad una vicenda di tale delicatezza - sostiene la senatrice - il presidente della Giunta per le immunità ha il dovere, nel rigido rispetto della sua terzietà, di rispondere agli interrogativi tecnici che pongono la stampa e i cittadini”.  Quale terzietà? - A Maurizio Gasparri, però, le giustificazioni della De Petris non vanno affatto giù: se Stefano, dice, “in queste settimane non lesina interviste e dichiarazioni in cui prende posizioni nette e prescinde dal ruolo di terzietà, è evidente che la situazione si complica”. “C'è un atteggiamento pregiudiziale e vendicativo che anima molti, in totale spregio delle ragioni del diritto e della democrazia", ha spiegato Gasparri.   "Abbiamo chiesto di riflettere su una evidenza giuridica. E il presidente della Giunta, dovrebbe garantirlo, prima ancora di rilasciare interviste. Non è solo una questione di solidarietà verso il leader del Pdl e del centrodestra, ma di difesa dei principi di libertà e legalità". "Impossibile" - Il presidente del Senato Grasso risponde, con una nota, al capogruppo del Pdl Schifani dicendo che è "impossibile" cambiare i componenti della Giunta, nonostante le loro dichiarazioni pubbliche. " "Il Presidente del Senato - si legge nella nota - ha il potere di  rinnovare i componenti della Giunta per le elezioni solo in   determinati casi, disciplinati dall'Art. 19 del regolamento del   Senato, tra i quali certamente non rientra l'espressione di opinioni sulle questioni sottoposte alla valutazione della Giunta e che, nel   caso specifico, sono emerse da esponenti di tutte le forze politiche".  Nodo Severino - A rincarare la dose ci pensa Angelino Alfano che chiede chiarezza al Pd, alleato di governo. "La non  retroattività delle misure afflittive - avverte Alfano - è pilastro fondativo di ogni ordinamento democratico e, come tale, inequivocabilmente riconosciuto dalla giurisprudenza europea”. Il vicepremier ricorda come il Pdl abbia "fornito numerosi pareri di giuristi insigni, personalità neutre e al di là di ogni appartenenza, che confermano la inapplicabilità al passato della legge Severino". Adesso, Alfano chiede al Pd una "parola chiara su questo principio" perché "il Popolo della Libertà ha il diritto di conoscere la posizione del Partito democratico per poter orientare le proprie decisioni". Magari anche sulla tenuta del governo Letta.

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