Sicilia, vince Nello Musumeci: perché è un trionfo di Silvio Berlusconi, come cambia il centrodestra
In Sicilia, lo spoglio procede a rilento. Ma il risultato è certo: vince Nello Musumeci, ovvero il centrodestra unito. Il candidato di Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sfiora il 39% e distacca il grillino Giancarlo Cancelleri, inchiodato poco sopra al 35% per cento. Un colpo durissimo, per il M5s, che sull'isola aveva scommesso tutto, o quasi, impiegando in primissima linea il candidato premier Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Ma i grillini, come sempre o quasi, non vincono. Poi, certo, c'è la disfatta della sinistra e del Pd. Micari veleggia intorno al 19%, Fava poco sopra il 6 per cento. Un disastro assoluto che ha già scatenato violente reazioni all'interno del partito: nel mirino, ovviamente Matteo Renzi. Per approfondire leggi anche: Regionali in Sicilia, ecco tutti i risultati Ma il dato politico più interessante di questa tornata elettorale è quello che arriva dal centrodestra. In primis perché "uniti si vince": questo paradigma, infatti, potrebbe - dovrebbe - essere traslato a livello nazionale. Ora più che mai, perché la Sicilia è una prova di ciò che Berlusconi dice da tempo. Già, il Cavaliere. Se il centrodestra e Musumeci hanno vinto, lui ha trionfato. Questo perché Musumeci è un candidato che ha voluto più di tutti e alla fine imposto. Un candidato che è riuscito a battere il M5s, fino a poche settimane fa dato come probabile trionfatore al voto in Sicilia. Per approfondire leggi anche: Silvio Berlusconi, la frase da trionfatore Ma sul trionfo di Berlusconi non è tutto. Il leader di Forza Italia vince anche perché vincono i "moderati": nel dualismo con Salvini, all'interno di una possibile coalizione, ora il peso di Berlusconi cresce, inesorabilmente. E cresce anche perché il Cav, a differenza di tutti gli altri leader dei principali partiti, in questa campagna elettorale ci ha messo tutto, spendendo fino all'ultima goccia di energia. Un messaggio chiarissimo in vista del voto nazionale in primavera. Un messaggio agli alleati: al centro, insomma, ci resta sempre Berlusconi. Che forse non potrà essere candidato a causa della disgraziata legge Severino. Ma ora, il Cav, più di tutti appare come l'uomo forte, quello legittimato a dettare la linea. Ancora una volta.