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Banche. Sergio Mattarella teme un nuovo affondo di Matteo Renzi: il Colle pronto a reagire

Benedetta Vitetta
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Matteo Renzi non molla la presa e continua il pressing su Bankitalia e Ignazio Visco. L'ex premier continua a sostenere che "la battaglia che ha fatto il Pd non era basata sulle antipatie, ma sui dati di fatto". Questo è quanto ha affermato nelle sue ultime uscite. E ancora: "L cose non funzionavano, per esempio nel mancato dialogo tra Consob e Bankitalia". E anche se al Nazareno i più non sono completamente convinti che la strategia del segretario sul dossier banche sia vincente, lui va avanti spedito: "Sulle banche, continuate a guardare il dito e non la luna" dice con un tono quasi sprezzante, "ma il Pd ne esce a testa alta".  A dare una mano all'ex premier Mauro Del Barba, senatore dem renziano in commissione: "Andremo avanti come da programma con le audizioni dei pm, delle associazioni dei risparmiatori, dei responsabili degli organi di vigilanza bancari", si legge in un articolo de Il Giorno. "Lavoreremo con pieni poteri fino a quando Sergio Mattarella non scioglierà le Camere, poi continueremo, ma non avremo più i poteri della magistratura. In ogni caso, anche a Camere sciolte, la commissione studierà carte e terrà la sua relazione finale". E se Del Barba nega, come l'intero partito, che il Pd voglia chiedere - ancora - la testa di Visco, restano nero su bianco - sempre secondo la ricostruzione de Il Giorno - le parole del presidente del partito, Matteo Orfini: "Il Pd, non appena le audizioni verranno desecretate, è pronto a portarle alla Procura di Roma affinché essa possa aprire un fascicolo su tutto ciò che ha detto il procuratore di Arezzo". Ossia, Roberto Rossi che nel suo j'accuse sulla "mancata vigilanza" si rivolgeva proprio a Visco. "Certo" prosegue l'articolo, "Renzi si guarda bene dal chiederne le dimissioni, dopo il fuoco di contraerea tirato contro la sua nomina che solo Gentiloni e Mattarella (e Draghi) riuscirono a fermare". Il leader Pd assicura: "Su Bankitalia nessuna polemica, ma siamo stanchi di prendere fango". E poi fa una battuta con cui si capisce che sta per aprire un altro fronte sensibile: "Non vorrei che Vegas andasse alla Figc". Già Giuseppe Vegas oggi a capo della Consob e in scadenza il prossimo 15 dicembre. Renzi, al suo posto, vorrebbe un uomo più in sintonia. Se Gentiloni non è preoccupato, al contrario dal Colle si respira un'aria ben diversa. E la tensione istituzionale rischia di alzarsi da un momento all'altro: Mattarella, infatti, teme un nuovo scontro innescato da Renzi. E non ha intenzione di tollerarlo.

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