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Enrico Mentana: "Uno scempio le intercettazioni sessuali su Berlusconi"

Matteo Legnani
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"Di intercettazioni ne parliamo 'a babbo morto', ma 'babbo' non è morto, tra l'altro forse vincerà le elezioni… Ne parliamo dopo il lungo periodo in cui è stato fatto, tutti concordi, uno scempio: telefonate sessuali personali che non c'entravano niente con nessun reato possibile e immaginabile, è stato passato tutto in gloria; è ancora tutto rintracciabile sul web; tutti gaudiosamente ne abbiamo fatto parte, ma lì il reato chi l'ha commesso, l'infrazione chi l'ha commessa? Tutti, pro quota". Lo ha detto Enrico Mentana, direttore del Tg La7, a Firenze, intervenendo a una tavola del convegno «Giustizia penale e informazione giudiziaria», organizzato dall'ateneo fiorentino, facendo riferimento alle intercettazioni telefoniche delle inchieste giudiziarie che hanno riguardato Silvio Berlusconi e riportate dai giornali negli ultimi anni. "Non ho mai visto - ha aggiunto Mentana - un giornalista rubare degli atti, questo deve essere chiaro a tutti. Gli atti vengono dati ai giornalisti da chi ha interesse a darle, che sono pubblici ministeri, avvocati difensori, chi svolge ruolo di polizia giudiziaria. Tutte queste figure passano le carte ai giornalisti perché hanno interesse diretto o indiretto, buoni rapporti, fatti personali. Ma il giornalista è il terminale di un eventuale commissione di infrazione".

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