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Renato Brunetta: "Mario Monti in commissione banche poco tecnico e poco professionale"

Matteo Legnani
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"Il senatore Mario Monti ha difeso a spada tratta l'operato del suo governo, mentre il motivo per il quale era stato convocato era diverso. Avrebbe dovuto dare una lettura più professionale e più tecnica di fatti avvenuti nel 2011, Peraltro, ha confermato che la lettera della Bce non soltanto era eccessiva nei toni, ma esorbitava i poteri dell'Istituto di Francoforte, minando la sovranità dello Stato italiano". Così Renato Brunetta in una intervista a Il giorno dopo l'audizione del senatore a vita ed ex premier Mario Monti in Commissione banche. Una commissione che, secondo brunetta, ha ulteriormente provato come nel 2011 ci fu un complotto ad arte per fare cadere il governo Berlusconi. "L'ad di Deutsche Bank, Valeri, ha ammesso che del sell-off dei 7 miliardi di BTP italiani compiuto da Deutsche Bank nella prima metà del 2011 non fu informato in alcun modo dai suoi superiori della casa madre, Deutsche Bank AG. Mi sembra singolare che proprio il front man italiano della banca non sia stato avvisato da chi era incaricato di vendere i BTP italiani. Già questo mi sembra un grave indizio di condotta irresponsabile da parte dei vertici tedeschi di Deutsche Bank". Leggi anche: Monti confessa: "Perché nel 2011 mi chiamò Napolitano" "L' atteggiamento complessivo di Deutsche Bank non è stato trasparente né corretto, soprattutto se teniamo in considerazione che la banca è una delle specialiste nei titoli di Stato emessi dal Tesoro, e come tale ha un obbligo legale e morale di tenere un comportamento trasparente nei confronti della Repubblica Italiana".

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