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Matteo Renzi, Augusto Minzolini lo smaschera: "Va in giro a dire che ha cacciato Antonio Di Pietro e i comunisti"

Andrea Tempestini
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Sempre informatissimo, non ricandidato in Forza Italia, Augusto Minzolini si spende in un'analisi delle liste elettorali presentate dai partiti in vista del voto del 4 marzo. Lo fa su Il Giornale, in un lungo articolo firmato sotto lo pseudonimo Yoda, dove - tra gli altri - si concentra anche su Matteo Renzi. Del quale scrive: "Fa sorridere, ad esempio, la sorpresa dei maggiorenti del Pd sui candidati messi in campo da Matteo Renzi. L'obiettivo del personaggio - ambizioso, velleitario o sbagliato, si vedrà - era quella di trasformare il partito, di sottoporlo e una mutazione genetica. E lo ha fatto". Leggi anche: Il Pd ha già deciso: con chi faranno fuori Matteo Renzi Ma Minzolini va oltre, e attribuisce a Renzi le frase che seguono: "Ho archiviato Antonio Di Pietro e, insieme a lui, una decina di comunisti, come direbbe Silvio Berlusconi". Insomma, Renzi con i suoi fedelissimi si vanterebbe per aver archiviato Di Pietro e comunisti. Prosegue Minzolini: "Inevitabile: il modello a cui si ispira Renzi è Macron, e quegli ingredienti - il giustizialismo (Di Pietro) e un certo tipo di sinistra (i post-comunisti), indispensabili nel ventennio della seconda Repubblica - non servono più. Anzi, sono nocivi". Resta però da vedere se Renzi, dopo le purghe, riuscirà a vincere la sua partita: prima quella del voto, poi quella tutta interna al partito.

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