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Luigi di Maio, su Rimborsopoli scoppia la paranoia dei grillini: "Tutta colpa di Berlusconi e dei servizi segreti"

Giovanni Ruggiero
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Non poteva passare troppo tempo prima che alla denuncia delle Iene sullo scandalo dei rimborsi mai restituiti dei grillini seguisse una succulenta teoria del complotto, naturalmente sfornata dalle paranoie tutte interne al Movimento Cinque Stelle. Gli inviati del programma di Italia 1 hanno fatto un lavoro egregio, prendendo spunto dalla confessione di almeno un soggetto ben informato del Movimento, una "gola profonda - lo ha definito Dino Giarrusso che proprio alle Iene deve la sua notorietà - che voleva far del male al Movimento a poche settimane dalle urne". Insomma una talpa, come riporta il Corriere della sera, un deluso come ce ne potrebbero essere tanti, seguendo una logica razionale. Leggi anche: Di Maio ci prende anche in giro: otto grillini furbetti? Macché, sono molti di più / Video Quando però si tratta dei grillini, la razionalità va a farsi benedire in un attimo. Così arriva puntuale l'analisi lucidissima del senatore uscente, e di nuovo candidato, Vito Petrocelli che dritto come un coltello rovente nel burro mette in piedi un complotto da spy story: "Secondo me c'è la mano del Caimano - dice riferendosi a Silvio Berlusconi - È chiaramente nello stile della banda di Berlusconi (sic). Vuole rosicchiarci voti, perché ha visto che i sondaggi ci stanno penalizzando e ha visto in bilico i collegi del Sud. Per questo ha mosso le sue televisioni e i suoi giornali". Leggi anche: Di Maio massacrato da Crosetto, l'unico motivo per cui può fare il candidato premier Il capolavoro però lo sforna un altro Giarrusso, Mario, che vede nitido un disegno diabolico dal vago sapore spionistico: "Altro che manina, io qui ci vedo la manona dei servizi. Sono 5 anni che pestiamo i piedi a gente pericolosa. E uno qualunque non poteva avere accesso a quei dati. I servizi, com'è noto - tenetevi forte - sono in mano al ministero dell'Interno, che è del Pd. Il Copasir dovrebbe convocare il ministro Minniti e chiedergli spiegazioni". Il Giarrusso meno famoso, ingiustamente, ha addirittura paura che il peggio stia già accadendo sotto silenzio: "Sono preoccupato perché a noi ci buttano addosso la stampa, visto che non ci possono ricattare, ma chissà quanti altri, invece, sono sotto scopa. Di qui al 4 marzo ne vedremo di tutti i colori. Ci sarà un'escalation. Quelli - chi non è ancora chiarissimo - non mollano il potere così facilmente". E naturalmente non poteva mancare il terrore peggiore: "Vorrei evitare di vedere tornare un'altra volta gli anni 70". di Giovanni Ruggiero

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