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Pier Ferdinando Casini: "La casa del popolo è casa mia"

Andrea Tempestini
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Sciarpa rossoblu e non rossa? «Rossoblu è nel mio Dna, nel mio sangue. Per me non cambia niente. Questa è la mia città, ci sono sempre stato, per me è la continuità». Così Pier Ferdinando Casini, a margine del pranzo alla Casa del popolo Corazza a Bologna con Matteo Renzi. Ma cosa ci faceva in un covo “rosso”? L'effetto di essere qui, in una Casa del popolo, «è di stare a casa, nella mia città, tra la gente che conosco da 30 anni, con cui non ho condiviso dei progetti politici e oggi condivido un'idea di fondo: fermare i barbari che sono Matteo Salvini e i Cinquestelle», ha aggiunto. Ma una volta, Casini bazzicava un'altra Casa: quella delle Libertà. Leggi anche: Il Casini convertito che va a caccia di voti comunisti La sfida con Vasco Errani? «Non esiste questa sfida, esiste quella con i Cinque stelle e la Lega e penso che l'unica coalizione che possa batterli sia la nostra», ha aggiunto. Il leader centrista ha poi salutato con un “agguato” il segretario Pd, mettendogli al collo la sciarpa del rossoblu del Bologna. «Eh no... Con le sciarpe non si scherza», ha replicato, abbracciandolo, Renzi, noto tifoso della Fiorentina. Chi scherza tanto, almeno col suo passato, è invece lo stesso Casini: prima le foto con i padri del comunismo italiani sullo sfondo, ora la dichiarazione d'amore per la Casa del Popolo... Ha cambiato sponda. «Siamo riusciti a far diventare quasi comunista anche Casini...», ironizza pure Renzi.  «No a parte gli scherzi» prosegue il segretario Pd «Casini diventa comunista solo se Carla Cantone diventa democristiana. Ma a parte tutto, son diventati una coppia di fatto, sono sempre insieme» uniti «di fronte al rischio di due estremismi», il centrodestra a trazione leghista «anche in Emilia-Romagna» e i 5 Stelle.

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