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Vittorio Feltri: "Ecco perché scelgo il centrodestra. Italiani, capite chi vi prende per il culo"

Andrea Tempestini
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Sia pure con indolenza, oggi andremo al seggio per rinnovare il Parlamento. Rinnovare è una parola grossa: qualsiasi partito sceglieremo non cambierà nulla se non in peggio nella nostra politica frusta. Però rinunciare al voto sarebbe un atto autolesionistico. Non dare il suffragio significa perdere senza neppure combattere. Pertanto proviamoci ancora ad esercitare questo stanco esercizio democratico. Leggi anche: Feltri, una spaventosa profezia: "Cosa dobbiamo aspettarci dopo il voto" Negli ultimi giorni quando entro in un bar di Milano per ordinare un caffè, inevitabilmente qualche elettore che mi riconosce (questi sono i guai che comportano le presenze televisive) domanda: lei Feltri a chi dà il consenso? Rimango sul vago non per opportunismo: semplicemente non ho ancora scelto il simbolo su cui tracciare la croce. Di sicuro non privilegerò la sinistra poiché è un deposito di conformismo e di banalità che urtano contro il mio senso etico e soprattutto estetico. Il lotto delle mie preferenze si restringe alla Lega, ai Fratelli d'Italia e a Forza Italia, Brambilla animalista compresa. Le altre sigle mi fanno orrore, in particolare 5 Stelle, i programmi delle quali non solo sono velleitari, ma affidati per l'ipotetica realizzazione a ragazzetti sprovveduti. Ciò detto debbo precisare che nell'ambito del centrodestra troverò a chi consegnare il mio voto al momento di entrare in cabina. Mentre scrivo queste note sono incerto e titubante. Nessuno dei tre gruppi mi ha convinto fino in fondo. Il ritorno grintoso di Berlusconi mi ha sorpreso e ammirato, l'ascesa di Salvini è stata spettacolare e la conferma della Meloni (della sua bravura dialettica) non va sottovalutata. Che fare? Sono pieno di dubbi e di tentazioni. Davanti alle schede mi affiderò all'umore o al malumore, se continuerà a nevicare. Non me la sento di conseguenza di dare inutili consigli ai lettori, probabilmente afflitti dai miei stessi rovelli. Mi limito a ribadire un concetto espresso mille volte su queste colonne: la sinistra, dalla Bonino a Grasso, il gradasso dei Liberi e Uguali, è una accozzaglia di personaggetti privi di identità e ricchi di idee confuse o, meglio, nebulose. Predicano l'accoglienza ma non sono capaci di accogliere, predicano l'austerità ma non fanno che sprecare e indebitarsi, vogliono tagliare la spesa e in realtà la aumentano, auspicano l'incremento dei posti di lavoro, però mortificano gli imprenditori, cioè coloro abilitati a intraprendere. Mi fermo qui per non annoiare. Quanto al centrodestra c'è poco da esultare ma nulla per metterlo al bando. Qui non si tratta di premiare i migliori, bensì di castigare i peggiori ossia i progressisti, buoni solamente a far progredire il degrado, come risulta dai dati economici. Almeno il centro e la destra non si spacciano per fenomeni e ciò nonostante dimostrano di non essere lontani un miglio dai problemi del popolo legati all'oppressione fiscale, alla occupazione e alla immigrazione selvaggia, per citare tre punti focali. Infine segnaliamo che i grillini seguitano a promettere il reddito di cittadinanza, tuttavia non hanno mai precisato a chi spetta, né l'ammontare, né per quanto tempo vada garantito. Non sono dettagli trascurabili. Il sospetto è che i pentastellati sparino bischerate che essi stessi non comprendono. Per concludere, cari lettori, regolatevi come vi garba. L'importante è che siate in grado di capire chi vi prende per il culo. di Vittorio Feltri

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