Luigi Di Maio, l'ombra del referendum interno al M5s per il governo. E Beppe Grillo: "No alle alleanze"
Luigi Di Maio si sente fiducioso dopo l'exploit elettorale che ha lanciato il Movimento Cinque Stelle oltre il 30%, resta da capire ora quanto lo sia anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che potrebbe dover scegliere il grillino per l'incarico esplorativo e la formazione del prossimo governo. Alla prima uscita pubblica dopo la chiusura delle urne, il capo politico M5S non ha avuto dubbi nel proporsi al Quirinale: "Sentiamo la responsabilità di dare un governo all'Italia - ha detto - oggi le coalizioni di centrodestra e centrosinistra non hanno i numeri per governare". Leggi anche: Di Maio si vuol prendere l'Italia, cosa deve ammettere: "Ecco con chi ci alleiamo" A dirla tutta, i numeri non ce l'ha neanche Di Maio, per questo ha dovuto ormai da tempo accettare l'idea di allearsi con altri partiti pur di tenere in piedi il suo governo. I vertici grillini hanno messo da parte l'ortodossia autarchica che li ha tenuti isolati da tutte le altre forze politiche, almeno fino a quando non si sono sentiti "i più forti", in grado di dettare le condizioni agli altri e non farsele dettare. Non è però così scontato che i loro elettori, ma soprattutto i loro attivisti siano dello stesso avviso. Per quanto Di Maio si sforzi di dire: "Siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche, a partire da figure di garanzia da individuare per le presidenze delle Camere", la base grillina rischia di spaccarsi perché ogni possibile tentativo di mediazione può essere letto come uno schifoso inciucio. È in casi come questi che rischia di rientrare in gioco Beppe Grillo, il garante del Movimento pronto a tirare le orecchie al leaderino Di Maio nel caso in cui agisca troppo in autonomia e distante dalla linea del Movimento. Quando aveva detto, come riporta il Corriere della sera: "Sono il garante della biodegradabilità del Movimento", il suo messaggio era sibillino ma intuibile. Grillo sa bene che gli basta un cenno per segare i vertici pentastellati o addirittura archiviare tutta la baracca grillina. Così per evitare scontri intestini, dal finale imprevedibile e sanguinoso, i vertici stanno valutando di usare il famigerato referendum interno sulla piattaforma Rousseau, almeno per salvare le apparenze. Un referendum per decidere se fare alleanze e, soprattutto, con chi. Quelle alleanze che però il padre nobile Grillo ha già detto di non volere. Insomma, nel M5s si prospetta uno scontro dall'esito imprevedibile.