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Luigi Di Maio, il terrore del grillino: bruciarsi. Roberto Fico pronto a fargli il posto

Gino Coala
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Dietro la maschera da duro e puro, Luigi Di Maio nasconde una paura che lo accompagna sin dal primo giorno da candidato premier. E cioè che qualcuno da dentro il Movimento potesse fargli le scarpe al primo sospetto di fallimento. Così Gigino ha passato i giorni successivi al voto a mostrare i denti e a tenere il pugno duro sulle trattative, imponendo veti ora a Matteo Renzi ora a Silvio Berlusconi, dettando condizioni sulle alleanze, sui tempi, sui modi. Leggi anche: Di Maio vuol conquistare il nord, il M5s si spacca Le trattative finora però non hanno prodotto nulla di concreto, i giorni passano e Di Maio prova a scaricare la responsabilità sugli altri partiti: "Sono loro ad avere bisogno di tempo, noi proponiamo un contratto di governo a un solo partito, perché non vogliamo le ammucchiate". Sarà, ma tra gli attivisti sta crescendo in modo esponenziale la popolarità del presidente della Camera, Roberto Fico, sempre più istituzionale, sempre più attento a star fuori dalle trappole autolesioniste, come la cacciata del giornalista della Stampa dal summit organizzato da Davide Casaleggio. Il tempo stringe per Di Maio, tanto da costringerlo ad assecondare la base dei grillini, magari stringendo un accordo con la Lega, sperando sempre che Matteo Salvini metta alla porta Silvio Berlusconi. Ipotesi complicata che lascia spazio alla seconda strada davanti a Di Maio, l'alleanza con il Partito democratico, uno scenario che tanti attivisti vedono come un incubo a occhi aperti. Sulla testa del grillini incombe la terza via del governo di scopo, non guidato da lui, ormai fuori dai giochi.

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