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Pd, Fassina vuole lasciare il governo: fatto fuori sulla legge di stabilità

Stefano Fassina

Michele Chicco
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Stefano Fassina, viceministro dell'Economia, aspetta solo che il premier Enrico Letta rientri dagli Stati Uniti per rassegnare le sue dimissioni dal governo. Lo sostiene l'Huffington Post che ritiene alla base della decisione alcuni dissidi sulla legge di stabilità. Fassina, che è il numero due di Fabrizio Saccomanni, sarebbe molto arrabbiato per non aver partecipato alla stesura del testo sul bilancio pluriennale dello Stato. La compentenza è anche sua perché le sue deleghe parlano chiaro ed invece il povero Stefano si è sentito estromesso da Letta. Il bersaniano di ferro, insomma, vuole lasciare perché non è così che si tratta un compagno di partito.  Condivisione - L'accusa è chiara: Fassina ritiene insufficiente la manovra. Di più: non condivide proprio nulla di quello che è stato deciso dal board economico del governo e vuole lasciare perché la firma in calce proprio non ce la vuole mettere. Ma la questione non è liquidabile con un dissidio individuale: Fassina rappresenta i bersaniani al governo e credeva di dover "proteggere" gli interessi di quelli di sinistra. Ma non è stato così e con la sua estromissione è stata certificata una spaccatura che nel Pd qualcuno già palesava da tempo. I bersaniani stanno perdendo via via terreno e adesso temono di perdere ogni influenza sul governo e sul partito. Il congresso alle porte, infatti, vedi il candidato di bandiera, Gianni Cuperlo, in netto ritardo rispetto a Matteo Renzi e quindi l'affaire-Fassina diventa argomento centrale e scottante. Nelle riunioni di corrente i bersaniani decideranno il da farsi: da ora hanno tempo fino a quando il premier non rimetterà piede in Italia. Ogni viaggio negli States è un patema, povero Letta.

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