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Maria Elena Boschi ostile all'accordo Pd-M5s: la prima testa a saltare può essere la sua

Andrea Tempestini
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È il momento del grillino Roberto Fico, che ha ricevuto lunedì al Quirinale il mandato esplorativo per trattare in via esclusiva col Pd, circostanza che ha fatto infuriare Matteo Salvini che ha evocato una sorta di "marcia su Roma". Peccato che il Pd, con Matteo Renzi, ad ora pare opporsi ad ogni intesa: "Un fatto importante, ma non cambia niente", ha affermato l'ex segretario. Una posizione pesantissima, quella di Renzi, perché controlla ancora gran parte dei gruppi parlamentari: senza di loro, nessuna intesa Pd-M5s è possibile. Leggi anche: Renzi-Boschi? Demoliti dall'ex renziana di ferro Eppure, Renzi stesso ma soprattutto gli uomini a lui più vicini, sono lacerati dai dubbi. Margini per un'apertura potrebbero esserci. Ed emblema del caos che regna nel Pd lo sono i due più stretti collaboratori dell'ex premier: Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Il primo è stato individuato dal M5s come tramite per il dialogo con Renzi. Secondo quanto scrive La Stampa, già da giorni il suo telefono squilla ininterrottamente. La seconda però, ovvero la Boschi, è nettamente contraria ad ogni intesa. Difficile non capirla, dopo il trattamento che i grillini le hanno riservato negli anni ruggenti di Banca Etruria, tanto che gran parte della loro campagna elettorale è stata costruita proprio contro di lei. Insomma, la Boschi si schiera senza indugi contro l'apertura ai grillini. Anche perché, nel remoto caso in cui intesa fosse, il Pd porrebbe un veto su Luigi Di Maio premier; a quel punto il M5s risponderebbe chiedendo che alla Boschi non venga dato alcun incarico, insomma sarebbe la prima della lista. Per ora, insomma, le prospettive non sembrano realmente poter portare a un accordo tra Pd e M5s. Ma, è cosa nota, la politica è l'arte dell'impossibile...

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