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Gigi Moncalvo su Il Fatto: "Matteo Salvini non può mollare Silvio Berlusconi". Esplonde la rabbia di Ghedini

Maria Pezzi
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 “Il Fatto Quotidiano persevera anche quest'oggi nella continua opera di diffamazione del presidente Berlusconi. Le dichiarazioni di Moncalvo sono frutto di una assurda fantasia già più volte smentita. Mai vi è stato un accordo economico fra il presidente Berlusconi e la Lega né mai vi sono state minacce o ritorsioni nei confronti del senatore Salvini". Lo dichiara l'avvocato del Cavaliere Niccolò Ghedini. "Parimenti destituite di ogni fondamento sono le dichiarazioni di Sabina Began", aggiunge, "in totale contrasto con quanto nel corso di decine di interviste dalla stessa rilasciate e in particolare con la dettagliata deposizione dibattimentale resa al tribunale di Bari. Fra le molte assurdità citate vi è da sottolineare anche la totale falsità che mi sarei occupato delle modalità di intestazione di un immobile. Ovviamente saranno esperite tutte le azioni del caso nelle competenti sedi”.   Per approfondire leggi anche: Ghedini querela Travaglio per questo titolo su Berlusconi Secondo Moncalvo, c'è un contratto firmato da Silvio Berlusconi e Umberto Bossi davanti a un notaio che impedisce a Salvini di mollare Forza Italia. Il giornalista lo ha raccontato in un'intervista al Fatto Quotidiano.  Da direttore della Padania Moncalvo chiese il licenziamento di Salvini "perché falsificava i fogli presenza. Vale a dire che non si presentava al lavoro, ma firmava ugualmente la presenza".  Dichiara Moncalvo: "Siamo nel 2000. Alla vigilia delle elezioni. Berlusconi capisce che senza la Lega di Bossi perderebbe ancora, come nel 1996. Allora decide di perdonarlo, anche se non si fida più di lui. Porta Bossi da un notaio in via Abbondio Sangiorgio a Milano. E fa mettere nero su bianco un accordo a tempo indeterminato. Accordo che prevede che Berlusconi rinuncerà a tutte le cause civile fatte negli anni alla Lega, quando lo insultavano con cose tipo "mafioso" o "piduista". Borghezio girava con un documento, evidentemente falso, della polizia cantonale del Ticino, nel quale si diceva che Berlusconi fosse un trafficante di droga. Secondo: appianare i tanti debiti della Lega, soprattutto quello per la sede di via Bellerio".

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