Voto anticipato, clamorosa accelerazione: "Possibile il 29 luglio", ecco perché Cottarelli...
Si dimette mercoledì mattina, Carlo Cottarelli. No, ha solo dei "problemi" con la lista dei ministri. Tra tante voci incontrollate sul premier incaricato, uscito dal Quirinale in gran segreto dopo l'incontro con il presidente Sergio Mattarella, resta solo una certezza: l'Italia è nel caos, e tutti i partiti si sono convinti di tornare al voto il prima possibile. Leggi anche: Nuova legge elettorale, l'incognita su Cottarelli L'ipotesi concreta, avanzata da più parti, è quella di un ritorno alle urne addirittura a luglio. Domenica 29 luglio, per l'esattezza. La svolta l'ha impressa il Pd in mattinata, con il capogruppo al Senato Andrea Marcucci. "Votare a luglio? Se c'è l'accordo si può fare. Dopo la fiducia deve esserci lo scioglimento delle Camere. Poi il governo deve modificare la normativa per il voto degli italiani all'estero per il quale basta un decreto", accorciando così i tempi che attualmente stabiliscono, dopo lo scioglimento delle camere, un intervallo dai 60 ai 75 giorni dalla data delle nuove elezioni. "Per me va bene, bisogna votare il prima possibile", ha concordato il leader del M5s Luigi Di Maio, e con lui sono d'accordo Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, che si sono già spesi per elezioni anticipate. Di fronte a questa maggioranza compatta (che in Parlamento l'avrebbe lasciato senza un voto), Cottarelli avrebbe deciso di riaggiornarsi con Mattarella a mercoledì mattina, senza escludere appunto le dimissioni prima ancora del voto di fiducia.