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Pierfrancesco Maran, l'assessore eroe di Milano che non si è fatto corrompere

Cristina Agostini
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E' già un eroe l'assessore all'Urbanistica di Milano Pierfrancesco Maran. Il suo nome salta fuori nelle intercettazioni dell'inchiesta che ha portato a 9 arresti legati alla costruzione del nuovo stadio della Roma. Contattato dagli uomini del costruttore Luca Parnasi, il presidente di Acea (di area grillina) finito ai domiciliari, l'assessore del Pd ha respinto il tentativo di corruzione: all'offerta di una casa ha replicato "qui non si usa" e anche che non voleva prendere per "il culo i suoi elettori". Leggi anche: "Questo è razzismo". Lo sfogo brutale di Rampelli e il sospetto: forse la Meloni... Dopo la notizia della bufera romana, Maran ha scelto il riserbo, e per tutto il giorno ha preferito non commentare. Certo che le intercettazioni fanno sorridere amaro: "Abbiamo fatto una brutta figura, sembravamo i romani dei film quando vanno a Milano" dicono gli uomini di Parnasi, come si legge nell'ordinanza. A Palazzo Marino l'assessore Maran, classe 1980, non è nuovo. In città è già noto per essere stato l'assessore più giovane della giunta guidata da Giuliano Pisapia e, in seguito, il secondo assessore più votato nella giunta dell'attuale sindaco Giuseppe Sala (dopo Pierfrancesco Majorino che però aveva fatto le primarie). È laureato in Scienze Politiche e ha lavorato come consulente aziendale. Prima Consigliere di Zona 3, poi Consigliere Comunale, dal 2011 al 2016 è stato Assessore alla Mobilità e Ambiente. Ed è in questo periodo, con l'amministrazione arancione, che si è fatto notare: è lui che ha introdotto in città l'Area C (la Zona a traffico limitato, Ztl, del centro città), e i sistemi di car sharing free floating, che permettono di noleggiare l'auto più vicina. Nella Giunta Sala dal 2016, si sta occupando del grande piano di riqualificazione di 7 scali ferroviari dismessi, uno dei più grandi e ambiziosi progetti urbanistici europei degli ultimi decenni.

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