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Luigi Di Maio, Lucia Annunziata lo incalza sullo stadio della Roma e lui crolla: "Assurdo attaccare il M5s"

Gino Coala
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Se c'è un merito che va riconosciuto a Luigi Di Maio è il suo talento nel difendere l'indifendibile, come il Movimento Cinque Stelle dopo l'esplosione dello scandalo per lo Stadio di Roma. L'ultimo capolavoro del ministro dello Sviluppo economico arriva dall'intervista rilasciata a Lucia Annunziata sull'Huffingtonpost, dove il grillino ribatte alle accuse sui legami tra i ministri pentastellati e Luca Lanzalone, il manager fidatissimo del M5s arrestato il giorno dopo una cena con Davide Casaleggio. Leggi anche: Stadio della Roma, il sondaggio che annienta i grillini (e Di Maio) Di Maio non trova ragione perché il suo partito sia bersagliato dagli attacchi sul caso romano: "È assurdo che il Movimento 5 stelle sia sotto attacco quando sono stati arrestati un ex esponente Pd della giunta regionale di sinistra, Michele Civita, e uno di Forza Italia, Adriano Palozzi". Al fiacco tentativo di sviare l'attenzione sugli altri brutti e cattivi, Di Maio aggiunge anche la potenziale figuraccia: "Noi siamo stati gli unici che in questa storia non hanno preso soldi". Il nome di Lanzalone non può evitarlo neanche un artista del "girare la frittata" come il leader grillino. Ma essendo un estroso, da fervente giustizialista si scopre sostenitore della presunzione di innocenza: "Le responsabilità di Luca Lanzalone, se verranno accertate, sono gravissime, sia dal punto di vista giudiziario che da quello etico. Se dobbiamo essere colpevoli di esserci fidati dell'avvocato sbagliato, allora, senza offesa per questi ultimi, siamo in compagnia di milioni di italiani". Di Maio prova a non perdere la calma neanche quando la Annunziata gli rinfaccia la famigerata "questione morale", una barzelletta che grillini ripetono da anni senza far più ridere: "Ho sentito dire molto negli ultimi giorni che abbiamo perso la verginità - ha aggiunto - È un'accusa che abbiamo ricevuto molte volte in questi anni. È capitato che qualcuno nel Movimento, e parlo anche di esponenti politici oltre che dei professionisti che ci sono ruotati attorno, fosse coinvolto in inchieste. Noi - dice Di Maio - abbiamo sempre reagito espellendole. Di Lanzalone ho chiesto immediatamente le dimissioni, e in passato abbiamo avuto sindaci di partiti che hanno continuato a essere tali senza che nessuno gli chiedesse un passo indietro". 

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