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Bruno Vespa: Luigi Di Maio vuole Giorgetti al posto di Tria

Cristina Agostini
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Giovanni Tria ha fatto bene "ad accettare, alla guida della CdP, Fabrizio Palermo, gradito ai due partiti di governo, al posto di Dario Scannapieco, che era il suo candidato". Bruno Vespa, nel suo editoriale sul Giorno, spiega perché Scannapieco non poteva essere appoggiato da Matteo Salvini e Luigi Di Maio: era "visto con favore dalle Fondazioni bancarie, che hanno soltanto il 16 per cento del capitale della Cassa, ma contano parecchio. Le Fondazioni sono state criticate aspramente dai 5 Stelle in campagna elettorale. Di Maio ne faceva perciò una questione di principio. La Cassa, salvadanaio del risparmio postale, è un bel pozzo di San Patrizio. Starà adesso a Palermo difenderla da appetiti politici fuori misura. E non sarà sempre facile". Leggi anche: "È l'uomo dei 5 Stelle e...", uno scenario catastrofico: fucili già spianati, così l'Europa ora ci può condannare Insomma i due vicepremier hanno logicamente spinto per Palermo e d'altra parte, continua Vespa, hanno fatto bene ad "accettare Andrea Rivera, proposto da Tria alla direzione generale del Tesoro, perché è giusto che il titolare di questo incarico sia uomo di fiducia del ministro". Il vero problema di cui la nomina di Fabrizio Palermo "è solo la punta di un iceberg profondo" è che Tria, dice ancora Vespa, "ritiene di rispondere soltanto al presidente del Consiglio. E Conte fatica assai a fargli capire che lui stesso deve mediare con i politici che l'hanno scelto. Ieri, insieme con Di Maio e Giorgetti, è riuscito a convincerlo, ma la battaglia è quotidiana". Il Movimento 5 stelle non lo digerisce e vorrebbero sostituirlo proprio con Giancarlo Giorgetti. Ma, conclude Vespa, "è difficile che Salvini ci stia, visto che il sottosegretario alla Presidenza è il vero macchinista del governo. È comunque importante che Tria resti al suo posto. E pazienza se i suoi interlocutori hanno dovuto fare scorte importanti di Maalox".

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