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Silvio Berlusconi, il diktat: non vuole più vedere Maurizio Gasparri in televisione

Davide Locano
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Ci dispiace per Gasparri. Non se lo meritava. Il leader di Forza Italia giovedì è andato a Roma per annunciare la sua ridiscesa in campo e varare l'Altra Italia, il progetto per tornare a essere il punto di riferimento per i famosi moderati, quando passerà quella che il Cavaliere ritiene essere solo una sbornia elettorale per la maggioranza gialloblu. Nuovi volti tv e nuovi responsabili locali agli ordini del (nuovo) vicepresidente azzurro, Antonio Tajani. Un cambiamento annunciato già molte volte e del quale si è visto finora poco. Tanto che la novità più rilevante al momento sembra essere il pensionamento di Maurizio Gasparri come volto televisivo. I colleghi maligni sono soliti prendere in giro il senatore azzurro sostenendo che è drogato di tv. Pur di apparire in video, pare che l'uomo sarebbe disposto a qualsiasi cosa. La passione catodica dell'ex ministro è nota anche a Berlusconi, il quale giovedì avrebbe infierito: «Maurizio ha un rapporto sessuale con il video, si sente male se non ci va cinque volte al giorno». Poi il siluro: «Mi ha promesso che si sacrificherà e si consolerà con il telefonino». Grazie e a rivederci, poco. Leggi anche: "Il depilato e il defilato...": super-Gasparri, umilia Rocco Casalino Che cattiveria, bandire Gasparri. Capisco le preoccupazioni del leader azzurro: l'ex colonnello di An compare a reti unificate da oltre vent'anni e a più di un telespettatore può essere venuto in uggia. Anche perché, dopo due decenni che lo vedi raccontare sempre la stessa storia, cambieresti canale perfino se a parlare fosse un mattatore come Fiorello. Però è antipatico costringere le proprie truppe alla ritirata televisiva. Non è in linea con i principi di quella che un tempo fu la Casa delle Libertà, dove ognuno faceva un po' come gli pareva ma le cose non andavano male per la ditta. FEDELISSIMO Insomma, non si fa, è un danno grande da arrecare a chi vive della propria immagine e un'invasione di campo fastidiosa nei telecomandi altrui. Berlusconi ci rifletta e ci ripensi: le tv, lui lo sa bene, pensano al proprio tornaconto, se chiamano Gasparri, significa che in qualche modo funziona. Il Cavaliere si rassegni, ha creato un mostro. Io pure ogni tanto accendo la tv e vedo un giornalista di Libero che dice cose che non sottoscriverei neppure sotto tortura. Ma che ci posso fare? Se lo chiamano, ha diritto ad andarci e a spendere il nome del giornale. Se Berlusconi non apprezza quel che Gasparri afferma, gli sarebbe bastato non candidarlo a marzo, garantendogli un seggio sicuro per il suo ottavo giro in Parlamento. Poteva liberarsene e non l'ha fatto, ora lo subisca insieme a noi. E poi Gasparri non è neppure dei peggiori. È un fedelissimo, non tradirà mai Silvio come invece hanno fatto in troppi, non gli parla dietro le spalle e si accontenta di poco. In cambio, non canta fuori dal coro, non approfitta dei riflettori per distinguersi dal gruppo, difficilmente lo trovi impreparato o a dire corbellerie, è pugnace ma non aggressivo. Tenerlo in video poi ha il vantaggio di mantenerlo lontano dai social, con i quali Maurizio, uomo all'antica, ha poca dimestichezza. Ogni volta che pigia su facebook o twitter, rimedia figuracce e fa più danni che cento comparsate televisive. CAMBI SPARTITO Il problema di Gasparri non è la sua faccia né la sua parlata, che abbiamo nelle orecchie fino alla nausea. Il vero nodo è lo spartito che gli tocca recitare. Se resta lo stesso, cambiare volti tv non basterà a Forza Italia; non dico per rinascere ma neppure per rifarsi il look. Dall'incontro di giovedì è emerso che gli azzurri nei confronti del governo hanno scelto di fare un'opposizione morbida. Berlusconi è convinto che l'esecutivo gialloblu non durerà molto e dal suo scioglimento rinascerà il centrodestra unito, dove torneranno a essere premiati i toni bassi degli azzurri rispetto a quelli forti della Lega. Nel frattempo non rompe con Salvini perché questo lo sostenga quando lui deciderà di ricandidarsi. Credo poco sia alla breve durata del governo sia al fatto che Forza Italia possa risorpassare il Carroccio camminando radente i muri. Ma se la strategia per risorgere è davvero l'immobilismo, perché cambiare solo Gasparri? di Pietro Senaldi

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