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Il Pd inciampa nelle tessere fantasmaIl 400% in più di iscritti in un anno:non ci credono nemmeno loro

La commissione nazionale è costretta a mandare gli ispettori. E c'è chi ammette di averle comprate per altri

Nicoletta Orlandi Posti
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Non c'è stato congresso Pd che non sia stato preceduto dalle polemiche sulle tessere fantasma. E anche questo che si sta per aprire non è da meno. Tanto che la commissione nazionale dei democratici ha inviato ispettori da Torino a Catania per verificare "il rispetto della regole", mentre fioccano i ricorsi che denunciano brogli nel voto dei circoli in vista dell'elezione dei segretari provinciali. Insomma, niente di nuovo. Il problema è che questa volta, rivela Repubblica, c'è stato un boom di tessere che ha toccato punte del 400% in più rispetto all'anno scorso.  A Lecce, ad esempio, racconta Antonio Fraschilla, i numero di iscritti è arrivato a quota 15mila, il doppio cioè degli anni scorsi. A Torino , dove il massimo che si era raggiunto era 10mila iscritti, sono state fatte già 25mila tessere. Lo stesso vale per Caserta, Piacenza e Palermo. A Ragusa sono stati addirittura chiusi due circoli nati nel 2013 (gli unici che facevano riferimento al segretario uscente e ricandidato Giuseppe Calabrese. A Catania, invece, il voto è stato annullato in tre circoli dove in testa era il candidato renziano Mauro Mangano. Il motivo, spiega la commissione provinciale, è che "molte persone si sono presentate accompagnate al voto da soggetti terzi che hanno perfino pagato le tessere". Nel mirino, scrive Repubblica, è finito anche l'ex deputato Gianni Villari, che ha ammesso di aver comprato delle tessere ma solo perché le persone interesaste avevano affidato a lui 15 euro per l'iscrizione. Dal canto loro i renziani hanno presentato ricorso segnalando come "alcune tessere siano state distribuite dalla Cgil". L'unica provincia in cui è filato tutto liscio è stata Enna dove ha vinto l'ex senatore Vladimiro Crisafulli, che ha ottenuto 2.150 voti contro i 140 del suo avversario.          

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