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Paolo Becchi, la drammatica verità su Matteo Salvini e Luigi Di Maio: "Non possono governare l'apparato"

Giulio Bucchi
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Salvini sta dimostrando di saper essere un leader carismatico, di saper parlare direttamente alla gente, facendo un uso efficace e spregiudicato dei social network e dei mezzi di comunicazione tradizionali. Il M5S, come noto, ha costruito il suo consenso essenzialmente sull' opposizione tra gli "apparati" e quella che una volta si chiamava la "piazza", promettendo di rivoltare le istituzioni "come un calzino". Oggi entrambi governano insieme. Stanno riscuotendo ampio consenso popolare, soprattutto Salvini, ma resta un nodo da sciogliere. Leggi anche: Ora Tria tira fuori "il giuramento". Per Lega e M5s si mette malissimo   Per quanto le democrazie moderne, o di massa, si siano negli anni sempre più rimodellate sulla base di elementi carismatici, dando luogo a forme "plebiscitarie" o "cesaristiche" di rapporto tra i leader e gli elettori, esse restano tuttavia governate essenzialmente da quelle procedure razionali di formazione e distribuzione del potere in cui centrale è il ruolo degli apparati. Per questo non si può governare un Paese, ancora e forse soprattutto oggi, senza avere il controllo della macchina amministrativa, degli uffici. Da questo punto di vista, l' alleanza Lega-5 Stelle si è finalmente accorta ora del problema. Perché, per quanto non esista più opposizione politica al governo, esso continua a non riuscire a governare come vorrebbe, laddove l' opposizione la sta facendo proprio la "macchina" dei funzionari, dei dirigenti, ancora saldamente in mano al vecchio establishment, ai vecchi poteri e gruppi di interesse. Apparato - Il ministero dell' Economia resta, ancora oggi, in mano a funzionari di area Pd e prende ordini dal Presidente della Repubblica. E che, ad esempio, vi sia Grillo al posto di Lorenzin, alla salute, a poco serve, se l' apparato amministrativo è rimasto immutato. Questo spiega il fatto che sui vaccini nulla sia cambiato. E la stessa cosa si potrebbe dire per altri Ministeri. Né la Lega né il M5S sembrano ancora aver capito che solo esercitando uno spietato ma necessario spoil system - ossia una sistematica sostituzione della dirigenza pubblica nelle posizioni di vertice dell' amministrazione - potranno, forse, fare quelle riforme che hanno promesso, farle funzionare. Senza esperti - Alcuni esponenti politici del governo, certamente, lo hanno compreso. Ma si trovano di fronte ad un altro problema essenziale, ossia la mancanza di tecnici, specialisti di fiducia da inserire nelle posizioni-chiave degli apparati. Mancano gli "intellettuali" - nel senso gramsciano del termine -, ossia uomini in grado di assolvere funzioni dirigenti specifiche, che siano al contempo fedeli agli indirizzi del governo. Oppure se anche ci sono non vengono coinvolti. Meglio fidarsi di chi conosce già la macchina amministrativa, anche se appartiene all' establishment. Per questo, finora, le nomine che sinora sono state fatte da parte di Lega e M5S sono state in larga parte politicamente fallimentari: di fatto, ad entrare ai vertici degli apparati amministrativi, delle autorità indipendenti, delle società in mano pubblica, continuano a essere tecnici o professionisti ancora di area Pd. Basti pensare agli otto membri laici eletti nel Csm. L' impressione, allora, è che finché Lega e M5S non scioglieranno questo nodo, la loro azione di governo sarà, inevitabilmente, inefficace, procederà a rilento e incontrerà una silenziosa ma costante resistenza da parte degli organi chiamati ad applicare le decisioni prese in sede politica. Ha ragione il ministro Paolo Savona quando avverte: "è necessario avere un gruppo dirigente pronto a qualsiasi evenienza". Al momento questo gruppo non c' è. di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

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