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Golpe finanziario, Matteo Salvini e Luigi Di Maio lavorano a piano B

Matteo Legnani
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"Dell'Europa mene frego" (Salvini), "lo spread non è una bella cosa ma noi non possiamo controllare i mercati" (Conte) e "non c'è nessun piano B per cui è inutile che questi signori strillino" (Di Maio) sono solo lacune delle dichiarazioni improntate al "tiro dritto" della triade che governa l'Italia. Ma in realtà, un "piano B" esisterebbe eccome. E a Palazzo Chigi ci stanno già lavorando, d'intesa col Quirinale, secondo quanto rivela dagospia.com. Verrebbe in gioco, questo piano B, se nelle prossime settimane tutto giocasse contro il governo e l'Italia: ovvero, in caso di bocciatura della manovra da parte della commissione Ue il prossimo 15 ottobre e dell'Italia come Paese da parte delle due agenzie di rating Moody's e Standard & Poor's il prossimo 26 ottobre. Con uno spread che già ora è a quota 310, è facile prevedere un rialzo magari addirittura sopra quota 400. E se anche la Borsa dovesse subire tracolli come quelli visti in alcuni dei giorni scorsi (soprattutto per i titoli del comparto bancario), il governo non potrà far finta di niente e tirare dritto. Il "piano B" prevederebbe un ridimensionamento delle misure annunciate come il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni (la flat tax partirà già in una versione assai modesta) in attesa che le elezioni europee cambino radicalmente la situazione a Bruxelles e a Strasburgo. Allora, con una Europa che Salvini e Di Maio si augurano sarà a forte impronta sovranista e populista, sarà possibile spingere davvero sull'acceleratore degli interventi previsti nella versione "originale" della manovra. Per approfondire leggi anche: Golpe finanziario, qui si mette male: Mario Draghi va da Mattarella, retroscena da brividi

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