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Matteo Salvini, retroscena dopo le accuse di Luigi Di Maio: "Come gli viene in mente?". E telefona a Giorgetti

Giulio Bucchi
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"Cos'è questa roba? Ma ce l'ha con noi?". È un Matteo Salvini "frastornato" quello descritto dal retroscena della Stampa sulla gravissima accusa lanciata da Luigi Di Maio a Porta a porta. "Testo manipolato inviato al Quirinale", e "manine tecniche o politiche" che avrebbero modificato a sua insaputa il testo del condono contenuto nel decreto fiscale. Il sospetto del Movimento 5 Stelle grava sui tecnici del ministero del Tesoro, ma pure sugli alleati della Lega. Bruno Vespa, in studio, chiede esplicitamente a Di Maio se sta pensando a Giancarlo Giorgetti. "Non mi permetterei mai di indicare responsabili. Vedremo dopo la denuncia". Leggi anche: "Siamo gente seria, noi". La nota della Lega che umilia Di Maio Una risposta clamorosa, che invece di placare gli animi offende ancora di più i leghisti. "Salvini chiama subito Giorgetti", scrive la Stampa. Poi il leader del Carroccio si sfoga: "Ma come gli viene in mente di dire una cosa del genere in televisione? Ma poi... chi vorrebbe denunciare?". Il quotidiano torinese parla poi di "risate che Salvini non riesce a trattenere": "Ma come si fa a prendere sul serio una roba del genere? Sono accuse surreali e incredibili". Alla fine, la nota ufficiale della Lega concordata da Salvini e Giorgetti è molto più dura: "Siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati...". Ma "l'invenzione" di Di Maio non passerà senza lasciare segni, pesanti, sul governo. 

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