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Giancarlo Giorgetti: "Spread, perché le banche sono a rischio". E sul governo: "Chi dovrebbe tacere"

Davide Locano
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A suonare l'allarme, questa volta in modo esplicito, ci pensa Giancarlo Giorgetti. Il sottosegretario leghista spiega chiaro e tondo che lo spread nuoce alle banche. Necessario, dunque, puntare sulla crescita e al dialogo con l'Unione europea attraverso una comunicazione "seria", che faccia parlare "il governo" e non le "mille voci, i mille protagonisti della maggioranza che spesso a vario titolo e in maniera scomposta portano avanti delle posizioni in contraddizione con la linea del governo". Parole nette, quelle di Giorgetti in un'intervista a Il Messaggero. Il leghista ricorda infatti che "i mercati e la speculazione si muovono anche a seguito delle dichiarazioni di tizio, caio e sempronio. Da ora in poi non ci devono essere dichiarazioni sparse, ma deve parlare il governo". E ancora: "Deve finire la polemica fine a se stessa sulla Commissione europea. Ovviamente ci sta la dialettica rispetto alle diverse ricette per risolvere i problemi. Quello che dovremmo evitare è attaccare la Commissione o i commissari con accuse fine a se stesse". Dunque, un passaggio sul deficit al 2,4 per cento. "È un tetto massimo - sottolinea - per tutte le misure in essa contenute, ma non è detto che questo accada perché potrebbero esserci delle difficoltà anche operative. Noi ce la metteremo tutta per fare le cose e farle bene, ma il ministro dell'Economia ha la possibilità di monitorare e verificare l'andamento dei conti pubblici come è stato già fatto in passato. A mio giudizio il ministro dell'Economia deve avere anche la possibilità di calibrare i flussi di uscita e, come ha detto il ministro Paolo Savona, fare il punto trimestralmente o anche in tempi più ristretti. Siamo gente responsabile e faremo le cose responsabilmente. Non possiamo tenere sempre il piede sull'acceleratore. Se vediamo una curva dovremmo frenare e scalare di marcia e poi accelerare". Leggi anche: Giorgetti e... La voce: un governo nel governo Come detto, Giorgetti suona anche l'allarme-spread, ricordando che "il sistema creditizio che ha già delle sue criticità. L'aumento dello spread, la quantità di debito pubblico che hanno e le nuove regole bancarie dell'Unione, mettono in tensione il sistema e possono generare la necessità di ricapitalizzare alcuni istituti che già di per se hanno delle fragilità patrimoniali. Non possiamo far finta di niente ed ignorare questi problemi", rimarca. "Quello che dobbiamo assolutamente fare è che quanto previsto in bilancio sul fronte degli investimenti si realizzi rapidamente per favorire la crescita". Non poteva mancare un passaggio sulla "manina" evocata in settimana da Luigi Di Maio: "Certamente, i complotti non esistono come non esistono le manine - taglia corto -. Esiste la volontà da parte di tutti di lavorare tanto per fare il meglio possibile in maniera responsabile", conclude Giorgetti.

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