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Matteo Salvini, il retroscena dopo il delirio di Di Maio sulla Tav: "Stiamo zitti", viene giù tutto

Gino Coala
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Prima del vertice tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, insolitamente di domenica mattina, il clima teso tra Lega e M5s tutti i nodi irrisolti all'interno del governo ha costretto a un cambio di rotta tra le fila dei leghisti. Come riporta un retroscena di Repubblica, l'ordine di scuderia partito direttamente da Matteo Salvini a tutti i suoi ministri e parlamentari è stato quello di "non fiatare", per non gettare benzina sul fuoco. Un impegno che Salvini avrebbe cercato di imporre innanzitutto a se stesso, con enorme fatica. Soprattutto dopo aver letto le dichiarazioni di Di Maio sullo stop alla Tav Torino-Lione, oltre che sul Tap in Puglia. La linea leghista è sempre stata a favore delle grandi opere, considerate strategiche per la crescita del Paese. I grillini però hanno passato la campagna elettorale a promettere lo stop totale di ogni cantiere, un nodo che adesso arriva al pettine. E come aggiunge il retroscena, la chat dei sottosegretari leghisti è da giorni un sfogatoio disperato nel quale rimbalzano frasi tipo: "Io con quelli non ce la faccio più". La convivenza tra leghisti e grillini è sempre più complicata, servirà una sterzata, prima che il governo imploda.

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