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Vittorio Feltri: "A Matteo Salvini serve un avversario vero: Marco Minniti segretario del Pd"

Matteo Legnani
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Confesso, l' ho letto. Persino in anticipo. Trattasi del libro di Marco Minniti, intitolato "Sicurezza è libertà" (Rizzoli, p. 224, 18). Costui è stato ministro dell' Interno, lo rispetto ad onta della sua provenienza mai rinnegata dal marxismo. Ha osato infatti l' inosabile per un progressista: guardare la realtà invece dell' ideologia, prendere sul serio la paura degli italiani e non trattarla come un' invenzione della propaganda nemica. Nei suoi quindici mesi al Viminale si è dato parecchio da fare correndo tra Italia, Africa e Bruxelles per capovolgere l' immagine di un Paese votato al suicidio di un' accoglienza senza regole. Ha ospitato capitribù beduini e tuareg, ha pasteggiato in Niger con politici africani omonimi di calciatori. Risultati ce ne sono stati: ha ridotto dell' 80 per cento gli sbarchi dei barconi. Sotto di lui c' è stato un calo dei reati e il terrorismo islamico ha trovato risposte serie. Dove ha sbagliato? Nel manico. Il manico è la sinistra. In questo libro egli si ostina a battere la sua testa di marmo piuttosto mussoliniana contro il granito da cui pretenderebbe quale Mosè di far scaturire le acque del buon senso. Come dice il titolo egli cerca di convincere i resti del popolo rosso sempre più sparpagliato, e specialmente i suoi dirigenti, che provvedere all' ordine pubblico, stroncando la clandestinità, non è la premessa del fascismo, ma di una vita serena. Il tutto insieme a investimenti sociali e urbanistici, eccetera, se no, altrimenti, che sinistra sarebbe? Leggi anche: Vittorio Feltri: "sugli immigrati serve un gesto forte, usiamo le forze armate" Il volume è ovviamente durissimo con i "nazionalpopulisti", che accusa di grettezza eccetera. Tuttavia riconosce se non altro che essi hanno la loro legittimità nel fatto di prendere sul serio le domande autentiche della gente. Ovvio, per lui danno risposte sbagliate, troppo anti-europee. Le giudica anti-sistema, però nega che coincidano, come brama il vulgo alla Saviano e alla Boldrini, con la "marea nera". Perché ne parlo? Perché non mi rassegno alla morte della sinistra. E che c' entra Minniti? Lo direi subito. Se non che mi tocca rispondere all' obiezione che mi faccio da solo. Ribadisco il concetto e spiego. La sparizione della sinistra in Italia, ed in particolare del Partito democratico che ne è l' espressione più voluminosa, non gioverebbe a chi non desidera averci a che fare, e neppure alla patria. Chi ci farebbe sentire migliori? Peggio della destra c' era (tempo passato, ora c' è pattume rosso) solo lei, e questa certezza ci ha permesso di galleggiare nelle paludi della politica persino con un po' di autostima. C' è persino un discorso più serio da farsi. E attiene ai capisaldi di quello sport che è la vita e perciò la politica. Senza concorrenza autentica, di concorde legittimazione, la qualità dell' offerta cala, e gli scontri fratricidi, prendono il posto del confronto tra leader e programmi alternativi. Vale nel commercio dei salumi, ma anche delle idee. È il modo per cui dai duelli verbali non si passi a quelli delle spranghe e dei kalashnikov. Churchill, che non era un idiota, volle correre questo rischio, vinse la guerra, poi perse le elezioni, ma rivinse. Non evoco questa storia per masochismo, che è una virtù che per ora non mi appartiene, ma poiché detesto la noia, le scommesse prive di rischi, la vittoria senza brivido. Ritengo che uno come Salvini, o chi altri emerga dalle sue parti, possa dare il meglio di sé se avrà da paragonarsi con qualcosa di meno banale di Di Maio o Di Battista, e di meno decrepito e fuori mercato dell' attuale opposizione di sinistra, capeggiata sotto il livello non della cintura ma delle ginocchia da nani politici. Desolazione - Il Pd è ridotto ai rottami, ed è stata l' unica promessa mantenuta da Matteo Renzi, che ci ha preso così gusto da applicare il programma a se stesso. Il panorama dei discendenti di Togliatti è un deposito di catorci che furono. Non era male litigare con D' Alema, prima che si convertisse alla coltivazione dell' uva, e sono qui a rimpiangere le lenzuolate di Bersani, ultimo sforzo liberale per liberare l' economia dai parassitismi delle corporazioni, e il suo tentativo di smacchiare il giaguaro, cioè Berlusconi, il quale peraltro ci stava già pensando da solo. Tale è la desolazione che il libro di Achille Occhetto, che già nel 1991 Cossiga battezzò "zombie coi baffi", sembra lo zampillare di una fontana di primavera (La lunga eclissi. Passato e presente del dramma della sinistra, Sellerio, p. 236, 16). Di certo uscito come Lazzaro dal sepolcro nella gara tra mummie pare più arzillo di Gentiloni. Mummie? Non esagero con i complimenti. Dopo l' ecatombe piddina del 4 marzo, si è palesato in veste di seppellitore Maurizio Martina(zzoli), al quale mancano due sillabe per essere all' altezza del predecessore in inumazioni partitiche. Ma c' è becchino e becchino, e per l' accostamento mi scuso con il rimpianto avvocato bresciano, il quale fu sì l' impresario funebre della Democrazia cristiana, tuttavia Lumino Mortinazzoli - così lo ribattezzai, e ci azzeccai - sotterrò il feretro con ben altra mesta cultura. I vantaggi - Martina nelle ultime settimane però è stato preso per il cravattino dai compagni e pare si sia convinto a interrompere il corteo verso il cimitero del Pd e a indire un congresso. Matteo Renzi si è chiuso da solo in un cassetto, anche se da lì dentro si agita alquanto, sebbene farebbe bene a fingersi addormentato per qualche anno o almeno qualche mese, se non ambisce a trionfare. Se passa Zingaretti, presidente del Lazio, il Pd scende al 10. Al Nord sparisce. Si vincerebbe facile, troppo facile. Ci vuole il pan duro per rafforzare i denti, e non il semolino. Ed ecco perché c' entra il mio elogio di Minniti. Intravedo in quest' uomo un avversario serio, che, se conquistasse il timone dell' ex Pci, impedirebbe due cose: 1) la estremizzazione del Pd, con la creazione di una specie di ridotta della Valtellina da Repubblica sociale rossa, con il rischio di una guerra civile non solo verbale con i "razzisti e xenofobi" a guida salviniana, equiparato a Hitler; 2) la congiunzione tra Pd e M5S, che sarebbe un vero pericolo non soltanto elettorale ma per l' avvenire. Detto questo, so che il mio bacio sul cranio mascelluto di Minniti, per quanto pudico, sarà un' arma dei suoi avversari. Che problema c' è? Vorrà dire che la destra la trionferà. di Vittorio Feltri

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