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Matteo Salvini, il Ppe sputa sul leghista: "Mai con lui", ma un sondaggio li demolisce

Gino Coala
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In qualche modo Angela Merkel ha provato a non far deprimere i 621 delegati che a Helsinki hanno partecipato all'ultimo congresso del Ppe. Ultimo politico con un potere degno di tale nome rimasto tra i popolari europei, la cancelliera tedesca non è riuscita nella sua missione impossibile: la paura dell'ondata sovranista alle prossime elezioni europee, "la più dura e difficile campagna della storia europea" ha detto, era ormai una certezza visti i fogli che circolavano durante il suo discorso. Il gelo calato subito dopo la Merkel è stato plateale e non poteva andare in modo diverso, visti i numeri riportati in un sondaggio che proietta la composizione del prossimo Parlamento europeo. I dati parlano chiaro: il Ppe non andrà oltre il 25,4%, con 180 deputati, i Socialisti crolleranno al 19,7% con 139 deputati. E invece le diverse sigle sovraniste, nazionaliste e di destra, da Matteo Salvini a Marine Le Pen, andrebbero al 25%, come minimo. Leggi anche: Berlusconi, la data del suicidio perfetto di Forza Italia: quando va in piazza contro Salvini Considerata l'aria che tira in Europa, il Ppe poteva scegliere di virare un po' a destra, magari cercando sponde con partiti come la Lega di Matteo Salvini. E invece ha deciso di prendere il vicepremier italiano proprio come lo spauracchio da agitare, il nemico da abbattere: "Mai con Salvini", aveva detto Stubb, il finlandese alla fine trombato per Weber. Linea confermata dal bavarese Manfred Weber, eletto come candidato alla presidenza della prossima Commissione europea: "Salvini, Le Pen e i polacchi - ha tuonato Weber - dicono che bisogna essere orgogliosi delle proprie nazioni, che bisogna odiare l'Europa, noi siamo orgogliosi della nostra coesione europea". È il momento di ricompattarsi per i Popolari, senza escludere nessuno, anche uno come Viktor Orban, fino a ieri fotografato in strette di mano e abbracci con Salvini e Giorgia Meloni: "Guardate che il mio unico amico a Roma è Silvio Berlusconi", ha detto il presidente ungherese seduto accanto ad Antonio Tajani. E poi c'è l'austriaco Sebastian Kurz che dal palco silura il governo italiano: "Se c'è un modus operandi come quello dell'Italia, questo non è corretto per l'Italia ma nennemo per l'Ue".

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