Silvio Berlusconi, il piano definitivo sulle prossime elezioni: Salvini e Renzi, che cosa ha deciso
Se si votasse oggi e sulle schede gli italiani trovassero una cosa chiamata centrodestra, trainata da Matteo Salvini, non ci sarebbe partita: otterrebbe la maggioranza assoluta dei parlamentari e il leader della Lega diventerebbe premier. Leggi anche: Renzi e Boschi, l'ultimo disastro: nuovo partito con Forza Italia, scoppia il caos Niente reddito di cittadinanza, addio ai boldrinismi di Roberto Fico. Rischia però di non succedere mai, e non solo perché il ministro dell' Interno pare non avere fretta di divorziare dai Cinque Stelle. Anche dentro Forza Italia, infatti, c' è chi trama per non resuscitare la vecchia alleanza e accordarsi invece con Matteo Renzi, sempre più intenzionato ad abbandonare il Pd. La buona notizia, per chi guarda con orrore a una simile ipotesi, è che né Silvio Berlusconi né Antonio Tajani e gli altri dirigenti del partito pensano a una cosa del genere: al piano lavora solo l' ex capogruppo Paolo Romani, la cui campagna di reclutamento tra gli azzurri sinora non ha prodotto risultati. Del resto: perché abbandonare una squadra che presto potrebbe tornare al governo? Per il Cavaliere l' intesa con Renzi sarebbe un suicidio; quanto alla simpatia e alla stima che nutriva nei suoi confronti, sono morte da un pezzo. Discorso opposto per Salvini, assieme al quale avrebbe ampie garanzie di vittoria. I NUMERI I numeri confermano. Il Centro studi elettorali della Luiss, guidato da Roberto D' Alimonte, ha fatto una simulazione pubblicata ieri sul Sole-24 Ore: il risultato è che oggi «il centrodestra può vincere le elezioni e governare da solo». Una stima prudente assegna alla rediviva alleanza 22 deputati in più al Nord rispetto al 4 marzo, 16 in più nella ex "zona rossa" delle regioni centrali e 13 in più al Sud: quelli che mancano per arrivare a quota 316 e controllare l' aula della Camera. È il risultato cui puntano i Fratelli d' Italia di Giorgia Meloni e gran parte di Forza Italia. Non Romani, appunto, sino a pochi mesi fa plenipotenziario di Berlusconi e oggi, tagliato fuori da ogni incarico, impegnato ad esplorare altre strade. Ieri ha raccontato al Fatto Quotidiano di avere parlato con Renzi (il quale smentisce) di un nuovo progetto, sostenendo che «una forza liberale» come Forza Italia deve incontrarsi con «una forza riformista» quale quella dell' ex sindaco di Firenze. «INIZIATIVA PERSONALE» Idea che Berlusconi non condivide, come ha spiegato a Salvini e Meloni e come avrebbe detto in una telefonata risentita allo stesso Romani. Tajani interviene per bocciare l' avvicinamento a Renzi come «un' iniziativa personale: noi siamo alternativi al Pd e alla sinistra», mentre Mara Carfagna assicura che «il nostro orizzonte è il centrodestra unito». Non è un caso se ogni critica al governo mossa dai big del partito, iniziando dalla capogruppo al Senato Anna Maria Bernini, sia riservata ai Cinque Stelle e non coinvolga i leghisti. Anche la campagna «adotta un grillino» lanciata dal Cavaliere per rubare uomini a Luigi Di Maio, giurano i forzisti, ha l' unico scopo di dare a Salvini la base parlamentare per governare col centrodestra. Sinora non ha fruttato nulla: chissà se il disegno di tornare al voto in tempi brevi avrà migliore fortuna. di Fausto Carioti