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Paolo Gentiloni, l'ultimo delirio su Salvini: "È strategia della tensione: spinge i migranti all'illegalità"

Gino Coala
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Dopo mesi di sostanziale silenzio, l'ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ritrovato la parola e in un'intervista a Repubblica si è scagliato contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini, lanciandosi in paragoni a dir poco arditi. Non bastavano i vari Laura Boldrini e Roberto Saviano a evocare fascismo e malavita al governo, ci mancava anche l'evocazione degli Anni di Piombo di Gentiloni. Leggi anche: Gentiloni: "Questo governo fa fatica ad andare avanti, si andrà a elezioni" L'ex premier sostiene che le politiche sull'immigrazione messe in campo del Viminale rispondano a una strategia ben precisa, appuntandosi addirittura al petto risultati postumi. E non contento, Gentiloni sostiene che più criminali ci sono in giro, più Salvini sarebbe contento: "Si culla sugli allori dei nostri risultati - dice Gentiloni del ministro leghista - e non fa nulla per i rimpatri, che in questi mesi sono diminuiti. Toglie decine di migliaia di persone da percorsi di integrazione, ma non li rimanda nei Paesi di provenienza. Li confina nell'illegalità. Mette loro addosso una lettera scarlatta, una C come clandestino. Queste persone saranno in qualche modo sospinte a comportamenti illegali. Per questo dico che è quasi una strategia della tensione. Si alimenta un'illegalità che è carburante per il proprio consenso".

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