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Vittorio Feltri apocalittico: "Perché l'Italia sarà sempre schiava di qualcuno. Grazie a Romano Prodi..."

Davide Locano
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Di seguito, la risposta di Vittorio Feltri all'intervento di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi. Cari ed esimi professori, per fornirvi una risposta argomentata devo, per onestà, confessare di non aver capito un tubo dei vostri illuminati (benché un po' contorti) ragionamenti da cattedratici. Temo che vari lettori di Libero siano in difficoltà quanto me ad afferrare alti concetti. Pertanto mi limiterò ad affermare che chi contrae debiti, e non è capace di saldarli, prima o poi affonda. Ecco perché l' Italia cola a picco. È come una famiglia media che, incassando stipendi per 5000 euro al mese, ne spende 6000 per la gestione ordinaria della casa. Ovvio che dopo dieci anni di questo regime scervellato, essa vada sotto di 120 mila euro, più interessi. Può vendere i quadri, i tappeti, i gioiellini della nonna, però se non abbatte le spese rimarrà nella merda e sarà in seguito costretta a vendere l' appartamento e ogni bene. In caso contrario subirà un pignoramento drammatico. Siamo sempre lì: o lo Stato impara a fare il conto della serva o sarà in eterno servo di qualcuno. Leggi anche: Vittorio Feltri, la tragica sentenza sulla manovra Oggi lo è dell'Europa nella quale Romano Prodi e soci vollero condurci imponendoci la moneta unica, una iattura. Tanto è vero che le Nazioni rimaste fuori dall'euro stanno benone e se ne infischiano di Bruxelles. Affrontiamo il tema della manovra giallo verde. La guerra dei decimali mi ha stressato, anzi nauseato. La Germania sarà colpevole. Non lo so. Ma so che i tedeschi se la cavano meglio di noi. Probabilmente non annegano nel passivo. Seguo la politica nostrana da almeno 50 anni e da tempi remoti i governanti, prima di prendere in mano il pallino, hanno regolarmente dichiarato di voler abbassare le uscite allo scopo di contenere il debito entro limiti accettabili. Tuttavia nessuno di essi è stato capace di por mano alle forbici, nemmeno il superuomo Mario Monti che aveva sventolato la bandiera della spending review. Adesso Di Maio e Salvini sono condannati ad andare d'accordo. Entrambi, per riuscire a camminare insieme, necessitano di uno spirito di sopportazione enorme. Ci stanno provando e auguriamo loro di essere all'altezza del compito. Ciononostante se pensano di comprimere le spese distribuendo soldi a destra e a manca sono degli illusi. I lacci della borsa vanno stretti e non allargati, altrimenti andremo a sbattere. L'economia mondiale è in depressione, di conseguenza si sta deprimendo anche la nostra. Ma attenzione: se è un fatto che i consumi calano, è un dato che i risparmi bancari crescono. Significa che la gente, pur avendo denaro, preferisce accantonarlo piuttosto che investirlo in compere di cui può fare a meno. Ha vinto la sfiducia, madre dell' attendismo. di Vittorio Feltri

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