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Giuseppe Conte, il premier umiliato a Montecitorio da tutta l'aula: una scena senza precedenti

Davide Locano
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Giuseppe Conte non è Sfera Ebbasta. La gente non si accalca per ascoltare le sue performance. Non è un presidente del Consiglio "trap". La scena di ieri a Montecitorio, poi, è stata quasi al limite dell' incidente istituzionale. Il capo del governo interviene alla Camera per anticipare i temi che andrà a trattare a Bruxelles per evitare la procedura di infrazione. Cose importanti. Ma non frega niente a nessuno. I banchi della maggioranza sono deserti. E anche se il microfono del premier avesse avuto l' autotune, probabilmente non avrebbe fatto la differenza. Montecitorio. Alle 10 e 40 la situazione è questa: un tot di deputati sorseggia caffè alla Buvette; altri si accendono una sigaretta nel fumoir (fa troppo freddo per stazionare in cortile); altri ancora sono in fila da Tiffany, a via del Babuino, per ultimare i regali di Natale; Vittorio Sgarbi si accascia sul suo banco in un sonno profondo: contare le capre, invece che le pecore, è stato un esercizio soporifero. Leggi anche: Napolitano, lo strano gesto in aula con Conte Conte spiega in che termini ha intenzione di convincere Juncker sulla validità della manovra economica italiana. Lega e Cinquestelle però non assistono a questo cruciale passaggio parlamentare. Nelle foto diffuse sui social dall' opposizione si scorge il bordeaux delle poltrone dei seggi come colore dominante, piuttosto che l' incarnato degli onorevoli della maggioranza gialloverde. Partono gli sfottò su Twitter: «Pienone nei banchi del governo per le comunicazioni del Presidente del Consiglio sull' Europa, a poche ore dalla scadenza sulla manovra...», ironizza l' ex portavoce renziano Filippo Sensi. In realtà, attacca, sono «quattro gatti. Pochissima della Lega». Anche nei banchi del governo si sta larghi. Accanto a Conte siedono i ministri Giovanni Tria, Paolo Savona e Riccardo Fraccaro. Nella fila sottostante, solo sei sottosegretari. Matteo Salvini è in visita istituzionale in Israele. Luigi Di Maio aveva altro da fare. Gli altri chissà. CRITICHE «Oggi il presunto presidente Conte», attacca Maria Elena Boschi, «è venuto in Aula (vuota, senza nemmeno i suoi) a spiegarci che la manovra del popolo non è più bella. Si scopre ora che è solo una brutta copia. Al Senato la stravolgeranno: gli italiani sono stati ingannati». Ai deputati della maggioranza «non interessa il futuro del Paese», si indigna Deborah Serracchiani. Forse i leghisti, ipotizza la dem Giuditta Pini, «sono rimasti a piazza del Popolo». Il deputato azzurro Giorgio Mulè, uno dei pochi presenti, si dice insoddisfatto della relazione del premier: «Ha fatto un discorso vacuo, non ha neanche parlato del reddito di cittadinanza». Ma tanto chi se n' è accorto? A differenza di altri, Guido Crosetto "porta la giustifica". Assente per motivi di famiglia: «Dovevo scegliere tra Conte e la recita dei miei figli, è stato facilissimo», twitta il deputato di Fratelli d' Italia. SONNELLINO Chi c' era, dormiva. Come Vittorio Sgarbi. Si è abbioccato dopo aver ascoltato l' intervento del premier. Colpa sua e di Arrigo Minerbi, spiega il critico d' arte in Transatlantico all' AdnKronos, «fino a tarda notte sono stato a scrivere di lui, un grande scultore amico di D' Annunzio, che commissionò all' artista il monumento funebre della madre Luisa». Il sindaco di Sutri è crollato con la testa sul banco. Funzionari e commessi hanno provato a scuoterlo, ma niente: catatonico. Sergio Battelli, deputato pentastellato che interviene mentre Sgarbi è in fase rem, un po' se ne ha a male. Ma poi ci scherza su: «Di solito si altera e dà della capra a chiunque. Oggi invece devo essere stato molto rasserenante perché, durante il mio intervento, non ha potuto far altro che calmarsi e schiacciare un pisolino in Aula. Un gesto plateale, sempre meglio del solito show a base di invettive». di Salvatore Dama

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