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Manovra, i 10 assenti al voto alla Camera. Il "ministro" Lorenzo Fioramonti pugnala Luigi Di Maio

Giulio Bucchi
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La manovra è legge, ma alla Camera mancano all'appello 35 voti tra Lega e M5s. Sono stati 313 sì a Montecitorio, rispetto a una maggioranza teorica di 352 deputati. Soprattutto, verbali alla mano, domenica sono mancati all'appello 10 esponenti del Movimento 5 Stelle. Non c'è pace per Luigi Di Maio, nemmeno nel giorno della sospirata fiducia definitiva alla finanziaria. Leggi anche: Rimpasto, la voce pazzesca su Paolo Savona. "Perché potrebbe andarsene da solo" Come sottolinea il Quotidiano nazionale, sotto accusa finiscono i dissidenti dell'area di Roberto Fico: assenti nel momento più importante della legislatura, e senza giustificazione, Lucia Azzolina, Emanuela Del Re, Andrea Colletti, Andrea Vallascas, Sara Cunial, Luigi Gallo, Gianluca Rospi, Lorenzo Fioramonti, Alvise Maniero e Valentina Corneli. Il segnale evidente che qualcosa tra i grillini non funziona, senza contare che proprio Fioramonti e la Del Re erano stati indicati a suo tempo da Di Maio come possibili ministri del governo a 5 Stelle. Non solo: l'economista Fioramonti, che Di Maio aveva presentato agli italiani da Bruno Vespa a Porta a porta prima del voto, era tuttora in lizza per un eventuale rimpasto) "Lo Statuto del nostro gruppo parlamentare prevede che ciascun componente del gruppo è tenuto a partecipare alle attività del gruppo e ai lavori della Camera, sia in Assemblea sia in Commissione, oltreché nei diversi organi parlamentari - ha accusato in una nota il Movimento -. Abbiamo richiesto, quindi, di fornire una esaustiva delucidazione in merito". 

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