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Giuseppe Conte, Marcello Veneziani: "Da figurante a controfigura"

Cristina Agostini
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Giuseppe Conte è il "personaggio dell'anno nel vero senso della parola" perché, scrive Marcello Veneziani su Il Tempo, "è l'unico personaggio davvero nato nel 2018". L'anno prima infatti "non esisteva". Sì, "esisteva come persona, faceva il professore, gonfiava un po' il suo curriculum per farsi apprezzare, ma era una persona, non un personaggio". Leggi anche: "Conte a cosa devi stare attento". L'oroscopo-horror sul 2019 del premier  Poi è diventato premier. "Giurò e vide formarsi il suo governo. Si sprecarono le battute su di lui, l'Intruso, sul suo non potere, sul suo ruolo di vicepremier dei suoi vice premier. Però col tempo ci siamo abituati a vederlo, a sentirlo, a vederlo tra i big del mondo, con una sensazione di curiosa incredulità. Eccolo, l'imbucato ai vertici che si muove con affabile disinvoltura".  Insomma, spiega Veneziani, "sarà un figurante ma fa la sua figura. Riesce a essere rassicurante ed ecumenico anche quando si definisce populista perché dice  se populista vuol dire voler bene al popolo, oppure se populista vuol dire che il popolo è sovrano, io sono populista". Pare poi che si debba "alla sua mediazione se l'Europa ci ha risparmiato punizioni facendo passare la manovra. In realtà, l'Europa e il Duo Salvini-DiMaio hanno usato il campo neutro di Conte per transare ed evitare capitolazioni. Mettici tu la faccia per il compromesso, noi restiamo gli ayatollah del sovranismo... Così Conte, oltre che figurante ha fatto la controfigura nelle scene più ardue". 

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