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Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, la vendetta su Bankitalia: la poltronissima che possono far saltare

Matteo Legnani
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Potrebbe investire le delicatissime nomine ai vertici di Bankitalia, lo scontro in atto tra i 5 Stelle e la banca centrale. I rapporti tra grillini e Palazzo Koch non sono mai stati idilliaci e giusto l'anno scorso l'M5S ce la mise tutta perchè il rinnovo del governatore Visco saltasse. Solo la strenua resistenza di Gentiloni permise a Visco di restare al suo posto. I rapporti sono andati di nuovo a picco qualche giorno fa, quando Bankitalia ha rivisto la crescita del Pil italiano nel 2019 allo 0,6% rispetto all'1% previsto dal governo. Tra meno di un mese scade il mandato del vicedirettore generale Luigi Signorini, l'uomo che Visco manda solitamente in audizione in Parlamento per fare le pulci ai conti dei governi e in particolare alle manovre di bilancio. Visco lo vorrebbe riconfermato e, come riporta il Corriere della Sera, non è mai accaduto che il governo abbia bocciato i desiderata dei governatori su nomine di quel calibro. Ma la situazione di estrema tensione generatasi con Di Maio in queste ultime ore potrebbe portare sorprese. Oltretutto, per una nomina che deve arrivare, ce ne sono altre due, proposte sempre da Bankitalia, che sono ferme da dicembre e che potrebbero costituire un precedente: le conferme di Riccardo Cesari e Alberto Corinti all'Ivass, ovvero l'Autorità di vigilanza sulle assicurazioni. Nomine che spettano a Conte, sentito però il ministro dello Sviluppo economico, cioè Di Maio. Sarà un caso che siano ferme da oltre un mese? Leggi anche: Luigi Di Maio, anche Bankitalia lo smentisce: "A un passo dalla recessione"

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