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Matteo Salvini, il complottone: non solo toghe, ecco i nemici (interni ed esterni) che lo vogliono far fuori

Maria Pezzi
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 È l' uomo da battere. Logico dunque che, ogni giorno, Matteo Salvini trovi sulla sua strada nuovi nemici e avversari. Alcune volte volte si tratta di insospettabili. È il caso del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, beccato in un fuorionda in cui, per farsi amica Angela Merkel, parla male del leader della Lega. Conversando cheek to cheek con la cancelliera, Conte fa un quadro abbastanza problematico della situazione politica italiana. Descrive i Cinquestelle come spaventati, in calo nei sondaggi e in affanno, all' inseguimento di un alleato che monopolizza alcuni temi molto popolari come l' immigrazione. Poi il premier millanta un po', vantandosi di essere in grado di mantenere l' ordine all' interno del governo. E di essere l' unico che riesce a tenere testa a Salvini. Al quale, infine, riserva una pedata nel sedere: «Francia, Germania Salvini è contro tutti». Se questi sono gli amici, figurarsi il resto. Matteo, però, minimizza, non fa l' offeso: «Conte ha la mia massima stima e poi è un labiale rubato...». Che poi la Merkel sia preoccupata «di me"» aggiunge Salvini, «è una soddisfazione, anche se non ne ha motivo». E comunque, taglia corto il vice premier, «io tra Francia e Germania scelgo la Germania tutta la vita, con la Francia abbiamo interessi economici e geopolitici che ci contrappongono». Per approfondire leggi anche: Alessandro Di Battista, badilata a Salvini Ieri il ministro dell' Interno era a Chiomonte, in provincia di Torino, dove c' è il cantiere della Tav. «Ho portato la mia solidarietà alle forze dell' ordine e agli operai che vogliono ricominciare a lavorare». Parole per le quali Salvini si è attirato le critiche dei grillini, che invece sono contrari al completamento dell' opera. L'ALTA VELOCITA' CI SERVE - «Eravamo insieme al tavolo per scrivere il contratto di governo e ricordiamo tutti molto bene il momento in cui scegliemmo la strada da percorrere su Tav», dice il sottosegretario all' Economia Laura Castelli, «consiglio alla Lega di non strumentalizzare questo tema per mera campagna elettorale. Sono sicura che Salvini abbia visto con i propri occhi cosa c' è di un' opera che è diventata oramai leggenda: quasi il nulla». In realtà il leader leghista la pensa diversamente. Finire l' infrastruttura, ha spiegato, «costa come bloccarla». All' Italia «serve andare avanti». Ogni giorno il contratto di governo mostra le sue lacune. Poi ci sono gli eventi imprevedibili, come la richiesta di autorizzazione a procedere che pende sul capo del leader leghista per il caso dei migranti della Diciotti. Sul tema i grillini sono divisi. Ma sanno che votare per mettere sotto processo l' alleato rischia di avere serie ripercussioni sul governo gialloverde. la carica dei disobbedienti All' assedio poi, oltre ad alleati e giudici, partecipano anche le Regioni. La Toscana ha notificato il suo ricorso alla Consulta contro il decreto Salvini su immigrazione e sicurezza. Secondo la giunta del Pd la norma viola i diritti fondamentali dei richiedenti asilo e dunque va contro la Costituzione. Analogo ricorso è stato annunciato da altre Regioni amministrate dai democratici. Per non parlare dei sindaci «disobbedienti» che stanno disapplicando la legge nazionale che porta il nome del ministro dell' Interno. Per rompere l' assedio, Matteo punta ad allacciare relazioni internazionali importanti. Per esempio con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. I due si potrebbero incontrare alla Conferenza sull' azione politica conservatrice in programma a fine febbraio nel Maryland. «Per l' America è il momento di avere una nuova relazione speciale con l' Italia», ha dichiarato il sottosegretario agli Esteri Guglielmo Picchi a Bloomberg, i leghisti «saranno gli alleati più stretti di Trump in Europa». di Salvatore Dama

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