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Immigrati, Leoluca Orlando sfida Matteo Salvini: regolarizza i clandestini ma nessuno lo indaga

Cristina Agostini
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Che magnifico Paese l'Italia! Matteo Salvini è indagato per aver cercato di arginare l'immigrazione clandestina. Leoluca Orlando, il sindaco Dem di Palermo che contravvenendo al Decreto Sicurezza ha firmato i primi documenti per l' iscrizione anagrafica di 4 richiedenti asilo, non risulta invece al centro di alcuna inchiesta. Da una parte c'è un ministro dell'Interno che tenta di difendere i confini della nazione e viene accusato di sequestro di persona aggravato. Dall'altra c'è un amministratore pubblico che vìola deliberatamente una legge dello Stato senza che nessuno intervenga. Orlando dopo che l'ufficio anagrafe gli ha consegnato le pratiche ritenute "irricevibili" dei 4 migranti bengalesi e libici (tre uomini e un donna tra 26 e i 49 anni), ha ordinato che le stesse venissero comunque sottoposte alla polizia municipale per il riscontro dell' eventuale residenza in città. Qualora questa venisse certificata, il sindaco del Pd rilascerebbe immediatamente la carta d' identità e la residenza agli stranieri in barba al Decreto Sicurezza. LA RESPONSABILITÀ - Orlando ha dato disposizione ai dipendenti del municipio di utilizzare le sue credenziali per registrare gli immigrati sul portale anagrafico del Comune. In questo modo, ha spiegato, si vuole assumere la piena responsabilità dell' atto amministrativo: l' altro giorno 5 dipendenti su 6 dell' anagrafe erano in malattia. L' epidemia è cominciata a inizio gennaio, dopo che il sindaco ha annunciato di voler violare la legge. Il Dem ha pronte altre 200 pratiche. «Se le iscrizioni e le variazioni anagrafiche dello straniero regolarmente soggiornante sono effettuate alle medesime condizioni dei cittadini italiani» ha dichiarato Orlando «se la dimora dello straniero soggiornante si considera abituale raggiunti i 3 mesi di ospitalità in un centro d' accoglienza (...) ne deriva che tale iscrizione risulterebbe doverosa sia chiederla che ottenerla anche utilizzando documenti differenti da quello del permesso di soggiorno. Firmare questi atti» ha aggiunto il Dem «per un sindaco che ha giurato fedeltà alla Costituzione è un atto praticamente dovuto. Questo» ha concluso «è un provvedimento amministrativo che ha basi solide, anche se so già che qualcuno parlerà di provvedimento politico». ANCHE DE MAGISTRIS - Orlando, spalleggiato dall' omologo di Napoli De Magistris, si è messo a capo di una schiera di sindaci rossi pronti a boicottare il provvedimento. Il primo cittadino di Mugnano (35 mila abitanti nel Napoletano) Luigi Sarnataro ha appena firmato la richiesta di sospensione del decreto. La sezione locale di Fratelli d' Italia è pronta a denunciare il sindaco. Identica situazione a Fiumicino. I compagni, al solito, se ne infischiano delle leggi. Sulla pagina Facebook "Refugee Info Italy", seguita da 22 mila persone, campeggia una cartina dell' Italia costellata di pallini: «Ogni punto sulla mappa» spiega la didascalia «rappresenta un' associazione italiana, un sindaco o un governatore che si oppongono al Decreto Salvini. I colori (rosa e verde, ndr) rappresentano: sindaci e presidenti di Regione e persone ed associazioni. Fai una verifica per scoprire come gli italiani sono schierati dalla tua parte». I compagni, i finti buonisti, i figli di papà perdigiorno, impartiscono istruzioni su come infrangere la legge. di Alessandro Gonzato

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