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Matteo Renzi umiliato anche da Rosy Bindi: tre parole per massacrarlo

Giulio Bucchi
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Siamo sempre lì: per metà Pd la colpa è sempre e solo di Matteo Renzi. Il gioco è talmente semplice che anche Rosy Bindi, rottamata, può facilmente sparare a zero sull'ex premier e segretario. Intervistata da Repubblica, l'ex presidente della Commissione Antimafia si dimostra piuttosto scettica sulle primarie dem ("Non ho votato nella prima fase del congresso, quella tra gli iscritti, e sono ancora indecisa se andare a votare alle primarie") ma soprattutto critica con la possibile nuova classe dirigente. Leggi anche: "Il 64%", il sondaggio Emg Acqua che seppellisce Renzi e il Pd "Il Pd deve riconoscere i suoi errori". Gli "errori" sono quelli di Renzi e dei renziani: "Quella di Nicola Zingaretti fra le tre mozioni mi sembra la più interessante. Riconosce che va cercata e realizzata una discontinuità con il passato. Ma mi chiedo come sia possibile quando tra i suoi sostenitori ci sono gli artefici delle fasi precedenti". La Bindi fa anche i nomi: "Franceschini, Paola De Micheli, Piero Fassino, Stefano Bonaccini, gli ex ministri. La mia domanda è: c'è stata davvero una autocritica?". Insomma, il Pd dovrà fare ancora i conti con i renziani e i turbo-renziani e con quella débâcle del 4 marzo vero incubo dem. Tutta colpa di Renzi? "Soprattutto ma non solo - conclude la Bindi -. La costruzione del progetto del Pd è stata distratta e non si è alimentata una forte linea politica alternativa alla destra e alle inclinazioni populiste già presenti nel paese, e questo ha reso possibile la mutazione renziana".

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