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Matteo Renzi svela la porcheria del Pd sugli immigrati: "Io volevo, ma i senatori dem...". Il suicidio

Giulio Bucchi
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Secondo Matteo Renzi il colpo mortale al Pd lo ha inferto il Pd stesso, sullo Ius Soli. Nel suo libro Un'altra strada, di cui in queste ore stanno uscendo ampie anticipazioni, l'ex segretario e premier ricorda come la legge sulla cittadinanza agli stranieri nati in Italia sia stata trasformata in dibattito (suicida) dai senatori dem e da parte della stampa di sinistra (Repubblica, mai citata), che ha terrorizzato gli elettori.  Leggi anche: "E se Renzi...?". Servergnini rischia grosso, in edicola così: italiani in rivolta? Renzi, nello stralcio pubblicato dalla Stampa, non fa alcuna retromarcia o mea culpa sullo Ius Soli, anzi. Il suo è un ragionamento puramente politico, al limite del cinismo. "Lo Ius culturae aveva ottenuto un'ampia maggioranza alla Camera dei deputati in sede di prima lettura. Si trattava di chiudere la pratica votando il provvedimento senza modifiche al Senato". La strada era segnata: "Porre la questione di fiducia", proprio come sulle unioni civili. "La scelta del governo fu diversa: spalleggiati dalla leadership del gruppo parlamentare Pd al Senato, si decise di fare dello Ius soli un grande tema di dibattito culturale nel Paese, agevolati in questo da una certa stampa, da sempre convinta di poter dettare la linea alla politica e alla sinistra". Non era solo questione di diritti: lo Ius Soli "era l'argomento principe con il quale si escludeva un possibile voto anticipato che io - insieme a pochi altri - caldeggiavo, nella consapevolezza che ogni giorno che trascorreva diminuiva la capacità dei riformisti di dettare l'agenda e cresceva l'ondata populista". In altre parole: il Pd e il governo Gentiloni, pur di sopravvivere qualche altro mese, hanno usato lo Ius Soli come bandierina elettorale, finendone però trafitti. 

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