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Sondaggio Swg, allarme rosso: effetto-Zingaretti, dove vola il Pd. Le cifre impensabili

Davide Locano
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Effetto Zingaretti? Dopo le primarie del 3 marzo, che hanno sancito la vittoria del governatore del Lazio nella corsa alla segreteria del Pd, con l' uscente Maurizio Martina e l' outsider Roberto Giachetti ben distanziati, il partito rimonta nei sondaggi. E secondo la Swg, che ogni lunedì fornisce una sua rilevazione per il Tg de La 7, supera la soglia psicologica del 20 per cento. Dal 19,8 per cento di cui erano accreditati il 5 marzo i Dem passano in una settimana al 20,3 (più 0,5 per cento) e mettono ormai nel mirino il Movimento Cinque Stelle, sceso nel frattempo dal 22,1 al 21,8 per cento. Tra grillini e democratici ormai c' è uno scarto di appena l' 1,5 per cento: un anno fa, alle elezioni politiche del 4 marzo, la distanza era superiore ai tredici punti percentuali. Per la verità in questo ci sono più demeriti grillini che meriti del Pd. Rispetto alle Politiche del 2018 i primi hanno perso (avrebbero perso: sono pur sempre sondaggi e vanno presi con le molle) circa il 10 per cento, i secondi avrebbero guadagnato poco più di un punto percentuale. Continua invece a correre la Lega, che tocca il 33,7 per cento (più 0,3 per cento in una settimana). Rimane stazionaria Forza italia (all' 8,9 per cento: più 0,1 per cento), cala Fratelli d' Italia (4,1 per cento, meno 0,3). Il Pd si muove non solo nei sondaggi. Il nuovo corso di Zingaretti, che ieri ha ricevuto l' endorsement dell' ex ministro Pier Carlo Padoan («Alle primarie ho votato per lui. Leggi anche: Tav, chi ci rimette di più tra Salvini e Di Maio Dopo un anno in cui è mancata la leadership nel Pd adesso dal nuovo segretario mi aspetto una nuova leadership perché nel popolo democratico c' è del capitale politico che vuole uscire dalla depressione e che deve essere sfruttato») e ha incassato una promessa di non belligeranza da parte di Matteo Renzi («A me è accaduto che mi abbiano colpito i miei, oltre agli avversari. Al nuovo centravanti Zingaretti è importante che le pedate non le tirino i nostri. Finché le tira Salvini va bene, ma non i nostri»), il nuovo corso, si diceva, partirà dal cambiamento di sede. Addio a via del Nazareno, forse perché ormai troppo legata al famoso patto Renzi-Berlusconi. Per Zingaretti quella sede, scelta dal Pd nel 2010, è di troppo difficile accesso e ha spazi troppo angusti. E costa pure tanto: 600 mila euro l' anno per 3.400 metri quadrati (compresa la terrazza panoramica). Meglio spostarsi dal centro alla semi-periferia, dove i prezzi sono più ragionevoli ed è possibile ottenere ampie vetrate al piano terra dove il simbolo del Pd sia visibile a distanza. A proposito: il simbolo. Su questo punto le decisioni in vista delle Europee del 26 maggio non sono ancora state prese. Presentarsi da soli o insieme ad altri? E che fare con la lista europeista promossa da Calenda? Una prima risposta si proverà ad abbozzarla oggi, quando Zingaretti incontrerà il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova. di Armando Moro

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