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Gianluigi Paragone, vendetta leghista: come lo fanno fuori (grazie a Sergio Mattarella

Cristina Agostini
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C'è tensione a Palazzo Chigi sulla nascita della commissione d'inchiesta sulle banche. Tanto che adesso non si esclude la possibilità di sostituire Gianluigi Paragone alla sua presidenza. Sergio Mattarella vuole andarci cauto e anche Giuseppe Conte nutre molti dubbi. Compreso quello sul nome di chi dovrà presidere la commissione. Luigi Di Maio ha definito "inaccettabile" il veto su Paragone, prendendo così le distanze, per l'ennesima volta dalla Lega. Ce l'ha soprattutto, rivela La Stampa, con il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, accusato di fare da sponda alle preoccupazioni del governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Leggi anche: Mattarella, firma e bomba: sì alla Commissione banche, ma... Per i grillini il sottosegretario leghista è nel governo la garanzia di ferro per il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi e per Visco. Gli stessi presidente che il M5s individua come potenziali "imputati". Ora si ragiona in un'ottica di legislatura: se la maggioranza dovesse superare le prossime sfide, ci sarà anche tempo per aspettare che Draghi, dal 31 ottobre, non abbia più la copertura della Banca centrale europea. Certamente il nome di Paragone, lo ammettono anche nella Lega e nel Movimento, potrebbe alla fine essere accantonato, per far spazio a un profilo più rassicurante. Magari la scelta ricadrà su Pierferdinando Casini alla testa della commissione voluta da Matteo Renzi. 

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