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Def, Giovanni Tria e Giuseppe Conte nel panico: "Così l'Europa ci punirà di sicuro"

Giulio Bucchi
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La flat tax nel Def è la nuova granata sul governo gialloverde. Lega e M5s, sia pure con toni differenti, premono. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria fa muro, come capitato pure sul rimborso ai truffati dalle banche. E il premier Giuseppe Conte è in mezzo, costretto a mediare. Oggi a Palazzo Chigi sarà una giornata campale, con riunioni riservate prima del decisivo Consiglio dei ministri.  Leggi anche: Di Maio, suicidio perfetto. Insulta Tria, e il ministro si vendica: salta in aria Il M5s Si balla innanzitutto sui numeri. Tria vorrebbe non discostarsi dalla previsione dell'Ue sulla crescita per l'Italia allo 0,2% ma Matteo Salvini e Luigi Di Maio non accetterebbero di scendere in una manciata di mesi dall'1% annunciato alla quasi-recessione e premono per un pronostico più ottimistico: crescita dello 0,6%, che consentirebbe anche più margini di manovra sul resto delle misure, almeno sulla carta. Ma qui si entra in un campo minato, tra deficit e debito pubblico in crescita e coperture incertissime, per di più con l'ombra di una manovra aggiuntiva e la bomba aumento Iva in agguato. In questo contesto, ecco spiegate le remore di Tria e Conte su flat tax (costo previsto 12 miliardi) e ogni altra misura espansiva. Non si parlerebbe più di rischio, spiega il Messaggero, ma di certezza: l'Italia andrebbe incontro a una procedura di infrazione da Bruxelles, che già ci attende con il fucile spianato dopo la trattativa serrata dello scorso autunno. Un'autentica bomba finanziaria sulle elezioni di maggio.

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