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Luigi Di Mai umiliato da Licia Colà e Luisella Costamagna: lui vuole candidarle, perché loro rifiutano

Gino Coala
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Lo scacchiere delle candidature grilline per le elezioni Europee era già chiaro nella mente di Luigi Di Maio. Ma come troppo spesso gli italiani hanno scoperto, dalle speranze del leader M5s ai fatti c'è sempre da aspettarsi grandi ribaltoni. Poco dopo la registrazione dei simboli al ministero dell'Interno, erano circolate le prime indiscrezioni, mai smentite davvero dai vertici grillini, sui nomi scelti dal caro leader per tentare l'assalto al Parlamento europeo. Leggi anche: Di Maio, la mossa suicida che copia Renzi: chi vuole candidare alle Europee La prima idea originalissima di Di Maio era stata quella di piazzare cinque donne come capolista nelle circoscrizioni elettorali. La seconda idea, non meno originale della prima, era scegliere volti noti della tv. Peccato però che quelle persone non avevano mai accettato l'offerta del M5s. I no, secchi, sono arrivati quindi dalla conduttrice Licia Colò, che Di Maio sperava di piazzare come capolista al Nordest. Dai collaboratori della conduttrice animalista è subito arrivata la smentita, come riporta il Messaggero: "Non sarà candidata". Poi è stato il turno della giornalista Luisella Costamagna, certo una che non ha mai fatto segreto delle simpatie per il M5s, ma addirittura candidarsi sembrava troppo anche per una come lei. Tanto che la spalla di Mario Giordano ha parlato di "una bufala" a proposito della sua discesa in campo nella circoscrizione del Centro Italia. Di Maio è riuscito a fare imbestialire anche i militanti storici del Sud e delle Isole, dopo aver deciso di piazzare in cima alla lista per il Sud l'europarlamentare uscente Laura Ferrara. Tra i colleghi grillini a Strasburgo sono scoppiate scenate di gelosia: "Perché lei sì, e gli altri deputati no?", con Corrao e Castaldo a guidare la protesta, forti del fatto che almeno loro i voti con preferenza li avevano portati. In Sicilia era stato diffuso addirittura l'hashtag #NonAbbiamoBisognoDiNominati. Uno schiaffone al leader bello forte, un po' troppo anche per uno fumantino come Corrao, che poi ha frenato: "A me essere o non essere capolista non interessa". Come no: gli erano state preferite anche l'agronoma Argentati e l'ingegnere aerospaziale Cocchiara, ma visto il caos che montava tra i grillini siciliani, tutti e due hanno preferito ritirarsi. Non ha resistito neanche l'idea di candidare il pm Nino Di Matteo. La palla è passata sulla piattaforma Rousseau, per chi ancora si fida.

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