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Luigi Di Maio, la gola profonda sulla crisi di governo: "Al grillino viene l'orticaria"

Gino Coala
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La guerra tutta interna al governo che parte dai due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, e si riflette su ogni ministro e sottosegretario leghista e grillino, è destinata a incattivirsi fino al 26 maggio. La data delle elezioni Europee segnerà un bivio per l'esecutivo di Giuseppe Conte, con due opzioni in realtà immaginarie, perché di concreto c'è solo una strada che secondo il leghista romano Giuseppe Basini, citato da Augusto Minzolini sul Giornale, è inevitabile: "Conte andrà avanti ancora un po', perché o c'è questo esecutivo o tornano i tecnici. Le elezioni? - dice riferendosi a quelle Politiche -. Probabilmente la primavera prossima, ma non è detto".  Leggi anche: Berlusconi e la senatrice che ha tradito Forza Italia per la Lega: la Minuto è una bomba sul governo Inutile quindi dare peso agli allarmismi sul governo in bilico, visto che non c'è un solo membro del governo intenzionato a far saltare davvero il banco finché i due partiti non tornano a pesarsi alle urne. Lo conferma anche Di Maio che, secondo i suoi collaboratori più stretti, "già solo parlare di urne anticipate gli fa venire l'orticaria - scrive Minzolini - per lui sarebbero una sventura visto il crollo nei sondaggi dei 5 Stelle". E per chi avesse ancora dubbi, c'è il numero due pentastellato alla Camera, Francesco Silvestri, che scaccia via ogni ombra sul governo: "Dopo le Europee, ci riavvicineremo a Salvini. Non ci sarà una crisi di governo, al massimo un tagliando".  L'ipotesi di una caduta del governo è comunque la più remota, ma che si possa trovare una nuova maggioranza con l'attuale Parlamento è una strada che soprattutto nel Carroccio non viene mai esclusa. Le convergenze con gli alleati storici di centrodestra in fondo ci sarebbero, soprattutto in tema economico. La battaglia della flat tax rimetterebbe insieme tutti i cocci della coalizione con un inevitabile riavvicinamento dei parlamentari di Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Resta sempre sul tavolo il nodo delle coperture per attuare la tassa con aliquota unica, senza dover alzare l'Iva. "Intanto qualcosa si muove - dice il sottosegretario all'Economia, il leghista Massimo Bitonci - Ho detto a Tria che l'aumento del 5% di introiti dell'Iva è interessante. In controtendenza". All'orizzonte non si escludono rimodulazioni sull'Iva di alcuni prodotti, rendendo l'aumento della tassa meno visibile, ma sufficiente per portare fino in fondo il piano di riduzione fiscale voluto dalla Lega.

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