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Consiglio d'Europa, un dossier sulla Lega di Matteo Salvini: un'inquietante denuncia

Davide Locano
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Mancava la schedatura dei parlamentari scomodi, alla lista delle meraviglie compiute dalle molto democratiche istituzioni europee. Lacuna appena colmata dal Consiglio d' Europa, organizzazione che ha sede a Strasburgo e per scopo lo sviluppo delle libertà personali, del diritto di parola e cose del genere. L' Italia ne fa parte dalla fondazione, avvenuta nel 1949, e come gli altri 46 Paesi che la compongono mantiene all' assemblea del Consiglio una propria delegazione di deputati (18, nel nostro caso) che deve essere rappresentativa della composizione del parlamento nazionale. Regole semplici e obiettivi nobili, che però sono stati stravolti all'improvviso. Leggi anche: Di Maio-Salvini, bomba ad orologeria nel governo LA DENUNCIA Si è scoperto, infatti, che in quell' aula gli esponenti della Lega e certi loro alleati europei, come Marine Le Pen del Rassemblement National e Ulrich Oehme di Alternative für Deutschland, intenzionati a riunirsi in un unico gruppo, sono meno uguali degli altri. Al punto da essere oggetto di dossier (malfatti, peraltro) dove vengono schedati per le loro idee contrarie all' immigrazione di massa. È stato il salviniano Paolo Grimoldi, vice presidente della Commissione Esteri della Camera, a denunciare la vicenda e rendere pubblica la documentazione raccolta su di lui, delegato dal parlamento italiano a fare parte dell' assemblea, e su un pugno di suoi colleghi provenienti da Francia, Germania, Austria ed Estonia. Dodici pagine compilate da un estensore anonimo, che secondo l' intestazione sarebbero un "appunto" sulla costituzione del nuovo gruppo politico, per il quale è stata presentata richiesta a gennaio. La parte che riguarda Grimoldi lo dipinge «impegnato a spargere terrore nei confronti degli immigrati, descrivendoli quali probabili criminali e una minaccia per la società italiana ed europea». A conferma di questa sua attività è accluso un post recente pubblicato dal parlamentare leghista sui social network, con tanto di foto che pare mostrare la cessione di una dose di droga sulla panchina di un parco pubblico da parte di uno spacciatore di colore: immagine che secondo Grimoldi è ambientata a Morbegno e vede per protagonista un giovane nigeriano. L' anonimo schedatore si scandalizza anche perché Grimoldi «ha criticato le autorità per avere rilasciato una donna rom sospettata di furto, in quanto incinta, e invoca la demolizione dei campi rom». Quanto alla Lega, nel dossier si sostiene che è «un partito noto per la sua politica radicalmente contraria all' immigrazione, che promuove l' odio e la discriminazione contro gli immigrati, in particolare quelli provenienti dall' Africa». VIVA IL PLURALISMO Tutto questo è preceduto da un preambolo in cui si spiega che, per essere accettati, i gruppi parlamentari debbono impegnarsi a rispettare i valori del Consiglio d' Europa, «in particolare il pluralismo politico, i diritti umani e lo stato di diritto». Dove si voglia andare a parare è evidente: l' aggregazione dei sovranisti intenzionati a mettere freno all' immigrazione non deve nascere. Per riuscirci, nel Consiglio d' Europa stanno usando ogni mezzo, inclusa la creazione in corsa di nuove regole ad hoc, come quella che innalza da 20 a 28 il numero minimo di componenti necessari a formare un gruppo: otto parlamentari in più che, in questo caso, bastano a bloccare l' operazione. Domanda: ma siamo davvero obbligati a impiegare soldi dei contribuenti e tempo dei nostri parlamentari per mantenere in piedi un' istituzione del genere? Se la pone pure Grimoldi, che sembra avere trovato la riposta giusta: «Mi chiedo a cosa serva un simile organismo, palesemente antidemocratico, e se per l' Italia abbia senso inviare una sua delegazione in un' istituzione che fa dossieraggio e censura i suoi componenti». di Fausto Carioti

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