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Alberto Brambilla, parla il tecnico delle Lega: "Immigati e reddito, vi spiego tutte le bufale grilline"

Gino Coala
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«È credibile che in Italia ci siano un milione e 700mila famiglie in povertà assoluta, ossia 5 milioni di persone, e altri 12 milioni di cittadini in povertà relativa? Se le cifre fossero davvero queste, altro che gilet gialli, ci sarebbe la rivoluzione! Sui dati forniti dall' Istat ho parecchi dubbi, ma questi numeri fanno comodo alla politica, sono un assist formidabile per cercare consenso con misure assistenzialistiche totalmente inutili come il reddito di cittadinanza dei 5 Stelle». Alberto Brambilla, 69 anni, sottosegretario al Welfare con delega alla previdenza sociale nel secondo e terzo governo Berlusconi, docente universitario e presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali, è uno dei massimi esperti italiani in tema di lavoro e pensioni. Fa parte, in quota Lega, del nucleo tecnico della programmazione economica del governo. Leggi anche: Monti, il bacio della morte a Giovanni Tria: "Bravissimo, quali sono i suoi meriti" Dunque, la povertà è sovrastimata. «I poveri ci sono, ci sono sempre stati e ci saranno. Però ho molte perplessità sui numeri forniti dall' Istat e sul sistema di rilevazione». Cioè? «L' indagine viene fatta sullo 0,66% delle famiglie. L' intervistatore pone delle domande, poi la famiglia deve compilare il "libretto degli acquisti" nel quale ognuno inserisce le proprie spese. È un' autocertificazione dove ovviamente non rientrano gli introiti in nero e tutta quella serie di agevolazioni di cui può beneficare un nucleo familiare. Stando all' Istat quasi il 25% della popolazione è in difficoltà economica: le pare possibile in un Paese membro del G7? Ai politici però questi numeri stanno bene perché ci costruiscono sopra le compagne elettorali, quindi nessuno dice nulla». Allora lei mette in discussione il metodo d' indagine dell' Istat «Deve essere più preciso. Dicano che il 30% delle famiglie che rientrano nella fascia di povertà assoluta sono straniere: è evidente che una persona appena arrivata in Italia, se non ha parenti, non ha case o altri beni di cui disporre è indigente. Inoltre va sottolineato che la maggior parte delle richieste del reddito proviene dal Sud e andrebbe fatta un' analisi sulla correlazione tra evasione ed elusione fiscale». Di Maio sostiene che la gran parte delle domande arriva dal Nord «Soltanto da Napoli ne sono arrivate più che da tutta la Lombardia. Poi certo, le richieste da Nord ci sono eccome, ma è normale dato che esistono tante famiglie straniere, e il lavoro lo si cerca al Nord. A proposito di stranieri, mi faccia aggiungere una cosa». Dica. «Il vincolo dei 10 anni di residenza in Italia per ricevere il sussidio salterà subito in aria». Perché? «Basterà il primo ricorso alla Corte Costituzionale: il provvedimento verrà bocciato e il reddito dovrà essere dato a tutti. È ridicolo pensare il contrario. Altro che vincoli e paletti: sono altre le domande che dovremmo farci!». Ad esempio? «Dal 2008 a oggi le spese a carico della fiscalità generale per il sociale sono passate da 73 miliardi di euro a 116. Spendiamo 43 miliardi in più, la povertà dovrebbe essere diminuita. Invece no, secondo l' Istat è leggermente aumentata. La politica dovrebbe interrogarsi su come lavora l' Istat e su come sono stati spesi questi soldi». Le richieste del reddito sono state molto meno rispetto alle previsioni: pochi veri poveri o paura di esporsi col fisco? «Entrambe. Le domande sono state solo 810mila, ma il punto è un altro: siamo primi al mondo per gioco d' azzardo, spendiamo 100 miliardi di euro all' anno. Buttiamo 15 miliardi in droga. È un quadro desolante. La vera lotta alla povertà sarebbe quella contro la ludopatia, l' alcolismo e la tossicodipendenza. Servirebbe un' azione fortissima, ma servirebbero anni, e a fine maggio si vota». di Alessandro Gonzato

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