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Paola De Micheli oltre il grottesco: "Su Siri abbiamo vinto noi". Pd, tragica farsa: ma ci credono davvero?

Giulio Bucchi
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La decisione di Giuseppe Conte di "dimettere" Armando Siri, senza di fatto mediare tra Lega e M5s ma rinviando tutto a un probabile voto nel prossimo CdM accende gli animi nel governo, ma pure nell'opposizione che intravedono nuovi scenari di crisi. Se Giorgio Mulè, capo dei parlamentari di Forza Italia, punta il dito contro il premier che "in veste di inquisitore da strapazzo ha trovato la soluzione del caso" si è piegato al giustizialismo grillino, l'Oscar per la interpretazione più grottesca di tutta questa vicenda va di diritto a Paola De Micheli, ex bersaniana oggi vicesegretaria del Pd e donna forte del nuovo corso firmato Zingaretti: "La nostra mozione di sfiducia sul caso Siri, presentata per motivi politici e non giudiziari, ha prodotto il risultato che ci aspettavamo: la richiesta di dimissioni del sottosegretario da parte del premier Conte". Leggi anche: "Spero che non si voti su Siri". Di Maio, l'ombra della crisi dalla Gruber Ora: il Pd in Parlamento è inesistente o quasi. Mediaticamente, non tocca palla. Politicamente, guadagna solo se non apre bocca né muove un dito. Eppure, secondo la lucidissima De Micheli, la crisi tutta interna tra Lega e Movimento 5 Stelle sarebbe stata decisa da una loro mozione. Senso del ridicolo, questo sconosciuto. 

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