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Bruno Vespa, la crisi di governo e il dilemma post elezioni europee di Matteo Salvini

Cristina Agostini
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Per la prima volta dall'inizio del governo giallo-verde Luigi Di Maio ha una reazione "muscolare" nei confronti dell'alleato Matteo Salvini: "Spero non sia necessario un voto su Siri. In ogni caso, il M5s ha la maggioranza assoluta in consiglio dei ministri", ha detto il vicepremier grillino. Della serie, "ho la maggioranza, decido io". Scrive Bruno Vespa nel suo editoriale su Il Giorno, che se è vero che "il Movimento ha la maggioranza dei voti in Consiglio dei ministri", non ce l'ha in Parlamento. "Tutti perciò si chiedono quando Salvini aprirà la crisi. Non siamo indovini e le cose si muovono al ritmo della centrifuga. Difficili da seguire e soprattutto da prevedere anche dai cosiddetti esperti". E se il leader della Lega "non aprirà la crisi prima del 26 maggio, la vera domanda è se e quando la farà dopo. Dipende da molti fattori". Primo: "Quanti voti prenderà la Lega più del Movimento 5 Stelle? I sondaggi parlano di 10/12 punti di differenza. Fossero meno di dieci Di Maio avrebbe un certo sollievo, sopra i dieci un forte contraccolpo". Secondo: "Il Pd raggiungerà i 5 Stelle?". Sicuramente per il M5s piazzarsi dopo il Pd "sarebbe insopportabile a livello nazionale". Terzo: "Forza Italia andrà sopra o sotto la soglia psicologica del 10 per cento? Berlusconi farà pochissima campagna elettorale, ma la sua resistenza fisica gli porta simpatia. Salvini non vorrebbe allearsi con lui alle politiche. Potrà permetterselo?". Quarto: "Sulla base del voto europeo, in quanti collegi maggioritari delle elezioni politiche la Lega vincerebbe andando da sola?". Leggi anche: L'effetto Dibba sul Movimento, disastro per Di Maio: "Tanti grillini l'hanno chiamato". La bomba in faccia Insomma, conclude Vespa, "prima di decidere se aprire la crisi, Salvini deve mettere insieme tutti questi dati". La domanda è: "Può fare a meno il Capitano dell' intero centrodestra per mettersi al sicuro? A meno che dopo il 26 maggio i 5 Stelle non accettino una posizione subordinata alla Lega sulle scelte economiche, non sarà facile andare avanti a lungo col governo Conte. A Salvini converrà condividere con i 5 Stelle una durissima manovra economica o affrontarla con un nuovo governo? E a proposito di Conte, il suo improvviso decisionismo, pure sollecitato da Di Maio, può far pensare a lui come il prossimo candidato premier del Movimento?". 

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