Cerca
Logo
Cerca
+

Matteo Salvini a Libero, ultimatum a Luigi Di Maio: "I grillini la smettano, altrimenti mollo tutto"

Davide Locano
  • a
  • a
  • a

Camicia bianca, pantaloni chiari, volto tirato (risultato di una campagna elettorale condotta su e giù per l'Italia a ritmi infernali), ma sereno. Matteo Salvini si gode «un bel lunedì» fatto di roccaforti rosse espugnate e di una Lega che continua a crescere. Ministro, da un anno il Carroccio non perde un colpo, con la Lega passata dal 17 al 34%. Come intende spendere questo cospicuo capitale politico? «Per prima cosa inviterò tutti i neoeletti, siano essi sindaci, consiglieri comunali, europarlamentari, a mantenere umiltà e piedi ben piantati per terra. In passato altri, dopo grandi vittorie, hanno commesso l' errore di montarsi la testa e non hanno fatto una bella fine». E politicamente? «Userò questi voti innanzitutto per provare a cambiare quei vincoli europei che sono dannosi per l' Italia. Per farlo, però, serve un governo compatto». Che non è quello attuale... «Continuo a ritenere che questo governo, con le condizioni politiche attuali, sia l' unico possibile. Noi vogliamo fare, non litigare. A meno che...». A meno che? «Deve essere chiaro a tutti che io sto al governo per aiutare gli italiani. Se uno pensa di stare lì a vivacchiare, si sbaglia di grosso». Tradotto: o Conte e Cinquestelle iniziano a dire dei "sì" sulle partite della Lega o si va tutti a casa. E lei va a fare il premier. Corretto? «Non capisco le preoccupazioni di Conte. Io voglio fare il ministro dell' Interno e basta. Gli altri però devono cambiare passo. In ballo non ci sono voti in più, ma il futuro dell' Italia». Da settimane di parla di rimpasto. C' è la partita del ministro alle Politiche europee da indicare in fretta; quella dell' insofferenza vostra verso Toninelli, Grillo e Trenta. E poi c' è la questione ministero delle Infrastrutture dove la Lega ha perso tutti e due i sottosegretari (Rixi e Siri). Ci saranno novità? «Il ministro va trovato in fretta, perché si sta facendo la nuova Europa e l' Italia deve giocare la partita. Sui ministri grillini noi non ne facciamo una questione di nomi, ma di cose da fare. C' è l' alta velocità, lo sbloccacantieri sul quale abbiamo trovato un accordo soddisfacente. Tutte queste sono opere che fanno ripartire il Pil. Però alcuni ministeri che nell' ultimo periodo hanno visibilmente rallentato devono ritrovare il passo. So che i Cinquestelle stanno facendo una riflessione su questo. Attendiamo». E i sottosegretari? «Ci stiamo lavorando, ma non siamo scoperti, perché sia Rixi sia Siri, che ringrazio ancora per quanto hanno fatto, stanno continuando a lavorare sui dossier che seguivano al ministero». Uno dei prossimi temi sarà quello del salario minimo, cavallo di battaglia di Di Maio, sul quale la Lega ha più di una perplessità... «Io sono disponibile a discuterne, ma mi chiedo: chi lo paga? Le imprese. E se prima non abbassi le tasse alle imprese, come fanno a sostenerlo?». Questione Mini Bot. Non ha paura che l' Europa e il fronte interno Tria-Conte-Mattarella le impongano di fare una manovrina lacrime e sangue? «I Mini Bot erano nel contratto di governo, ma non importa. Se non convincono io non mi impunto. Chiedo però a Tria e a Conte di trovare una soluzione rapida al problema. Ci sono debiti che vanno pagati. Come non è importante. Per quanto riguarda la manovra, semplicemente non esiste. Io sono qui per far tornare a crescere l' economia italiana, creare lavoro e abbassare le tasse. Se aumenti Iva, Imu e fai la patrimoniale, l' Italia si blocca». La Commissione Ue però sembra non sentirci. Che farà la Lega se non riuscirà ad imporsi? «L' Italia è un Paese con 60 milioni di abitanti, è tra le prime economie europee. Non siamo la Grecia, Paese nel quale la Ue ha fatto macelleria sociale. E poi noi siamo tra i migliori pagatori: versiamo ogni anno 6 miliardi nelle casse dell' Europa che ce ne ritorna molti di meno. Ecco, direi che adesso è arrivato il momento di dire basta e pretendere di essere trattati per quello che siamo». C'è una procedura d' infrazione pendente. È preoccupato? «Non credo che la Ue arriverà fino in fondo. Quello che chiediamo è ragionevole. In caso contrario cominceremo col tenerci i sei miliardi...». Ha visto che caos nel Csm? È giunto finalmente il momento di procedere con una seria riforma della magistratura? «Assolutamente sì. Serve da anni, ma adesso è improrogabile. Attenzione però, io non voglio che essa si trasformi in un conflitto tra poteri. Io immagino una riforma scritta assieme ai magistrati e all' avvocatura». Una riforma condivisa come mezzo per far pace tra i poteri? «Le vicende del Csm hanno dimostrato che non c' è una parte in campo che sia moralmente superiore ad un' altra». Che tipo di riforma ha in mente? «Una che preveda più giudici, più cancellieri, più amministrativi. Ci stiamo lavorando con Giulia Bongiorno. E poi basta con le correnti. Sogno una magistratura che si liberi dalle dichiarazioni politiche e torni ad essere un potere davvero libero. Le faccio un esempio: se tutti i magistrati fossero come Carlo Nordio ci sarebbero meno problemi». Anche domenica il Papa è tornato a martellare sulla questione dei morti in mare. Si sente chiamato in causa? «No, perché noi le vite le salviamo. Le cito i dati dell' Onu, che piacciono a tutti: fra il 2015 e il 2018 ci sono stati circa 15mila morti in mare. A giugno 2019 si sono ridotti a 500. Il problema non è la Lega, ma quelle organizzazioni che lucrano sul trasporto dei migranti. Sono loro ad avere sulla coscienza queste vite». Torniamo alle elezioni... «Guardi abbiamo numeri straordinari: più di 3.000 consiglieri eletti da Nord a Sud. Nella sola Lombardia siamo passati da 80 a 130 sindaci...». Ministro, si fermi, abbiamo capito: è stato un successo. Ma con voi c' erano Forza Italia e Fratelli d' Italia. Ergo, il centrodestra vince quando è unito e non litiga. C' è un futuro anche nazionale per questa coalizione? «Per fare un accordo servono idee chiare, persone valide e volti nuovi, spendibili, capaci. Vedo che in Forza Italia c' è una profonda riflessione in atto. Aspettiamo di capire che succede. Anche per questo abbiamo evitato di dar vita a una campagna acquisti...». Ministro, un' ultima domanda. Quando si parte con l' Autonomia? «Entro l' estate arriverà in Cdm, poi passerà alle Commissioni. Ci sono altre sette regioni ad averla chiesta, segno che questa riforma non spaccherà il Paese. Anzi. Del resto oggi ci sono già due sanità, due scuole, due sistemi di infrastrutture. L' Autonomia servirà a migliorare, non a dividere». di Fabio Rubini

Dai blog