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Luca Zaia: "L'autonomia è una rivoluzione. Ci sarà anche se il governo cade"

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Cristina Agostini
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Presidente Zaia, questa autonomia passerà le forche caudine del Consiglio dei ministri o resterà fuori ancora dalla porta? Mercoledì c' è un ennesimo appuntamento a Roma...  «Sono fiducioso. Ovvio che i continui rinvii non fanno piacere, ma devo dire che non mi scandalizzano i tempi. Il progetto è grosso, forte e impegnativo. Ho sempre immaginato un travaglio». La scorsa settimana è uscito un documento tecnico da Palazzo Chigi che però pone "qualche dubbio di costituzionalità" sulla riforma... «Il documento è stato letteralmente smontato da Mario Bertolissi, che è ordinario di diritto costituzionale all' università di Padova. Il team tecnico del Veneto è potente, basti pensare che uno dei nostri - Luca Antonini - ora è giudice della Corte Costituzionale... Bertolissi non ha trovato obiezioni concrete al testo, bensì discorsi astratti. Il progetto è assolutamente in linea con la Costituzione (articolo 116) però purtroppo leggo spesso dichiarazioni di autorevoli esponenti nazionali che non lo hanno nemmeno letto». Il ritornello è «no alla secessione dei ricchi». «Guardi, non c' è alcuna vena secessionista, alcuna volontà di affamare nessuno. Si chiede solo responsabilità, come diceva Napolitano. Al Paese serve un cambio di pelle. E le dico questo: se l' autonomia non la facciamo noi, la farà qualcun altro. Non si ferma più il treno». Ma la signora Maria magari non ha capito bene cosa sia questa autonomia «Semplice: le regioni chiedono più competenze e le relative risorse. Nessun aggravio di costi. Dico di più: già adesso ogni regione ha già la propria dote finanziaria per gestire la sanità. C' è chi spende bene e offre buoni servizi al cittadino, chi no. Ma non è colpa del Veneto se negli anni si è formata una sanità di serie A e una di serie B. Eppure siamo al paradosso che si vorrebbe togliere l' autonomia sanitaria a noi poiché in altri parti d' Italia il sistema non funziona... È come se levassimo competenze al comune di Milano sulla viabilità perché il Comune di Roma non è in grado di tappare le buche. Così si va contro il principio del buon senso». Vabbè, ipotizziamo che finalmente mercoledì arrivi il via libera dal Consiglio dei ministri. L' intesa Stato-Regioni poi passerebbe in Parlamento per essere approvata. Non c' è il rischio che il testo venga massacrato da chi non vuole l' autonomia? «Il rischio c' è, non metto in dubbio». Anche nel 2005-2006 la devolution fu annacquata, addirittura il federalismo fiscale di Calderoli del 2010-2011 finì nel dimenticatoio... «Questa riforma però è diversa. Perché parte dal popolo, da un referendum che ha visto due milioni e mezzo di veneti - la maggioranza - chiedere l' autonomia. Non è un progetto che parte dagli uffici della politica. Difficile poi per un partito venire in Veneto e dire "non ho votato l' autonomia". Stavolta è dura, non ci si può nascondere dietro i banchi del Parlamento». Se cadesse il governo? Se nei prossimi mesi un' altra maggioranza fermasse di nuovo tutto? Leggi anche: Attilio Fontana: "Ci prendono in giro, qualcuno molto in alto cerca di bloccare l'autonomia" Che si fa? «Non è più una questione partitica, ma politica nel senso più alto del termine, trasversale. L' autonomia ce l' hanno 5 regioni, tre stanno per ottenerla, altre 12 l'hanno chiesta. Si farà e basta». Chi ha frenato finora? «Leggende metropolitane, gente che non legge le carte e liquida tutto con banalità. Il fatto è che l' autonomia tocca lo spreco e quelli che vivono di sprechi, che non è il popolo, ma chi vuole continuare governare il popolo sprecando». Il Lombardo-Veneto intanto ha vinto le Olimpiadi. Si parla di Milanordest «Una grande vittoria. Sono partito da solo col dossier Cortina e tutti mi prendevano in giro. In realtà è stata la Baviera d' Italia a mettere i puntini sulle "i". Tanti si aspettavano gente col mandolino...». Invece parlavate inglese... «Un giornalista straniero mi ha detto: gli italiani hanno fatto gli svedesi, gli svedesi hanno fatto gli italiani. L' organizzazione è stata perfetta: tre pullman di delegazioni, inglese parlato bene e curato. Durante la presentazione ufficiale abbiamo risparmiato 14 secondi. Siamo stati chirurgici». Servono infrastrutture. «Ovvio, si farà quello che serve. L' evento è storico, se ne parlerà ogni giorno, ogni istante per sette anni». C' è da lavorare. Anche se le uscite di Di Maio sulle imprese hanno fatto imbestialire gli industriali veneti. «Rispondo alla romana: finché er ricco guadagna, er popolo magna. Sono stato chiaro? di Giuliano Zulin

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