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Matteo Salvini, Nicola Piepoli: "Sondaggio, perché deve stare attento a Mario Draghi"

Davide Locano
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«I voti della Lega tendono a crescere: adesso è intorno al 35%. Un consenso che non pare risentire del Russiagate». Nicola Piepoli: allora a Matteo Salvini conviene andare alle elezioni? «Dal punto di vista dei sondaggi, sì. Oltretutto il ministro dell' Interno avrebbe in mano due strade per vincere». E quali sarebbero? «Confermare l' intesa con i deboli alleati di oggi, M5S, oppure creare una coalizione di destra». Tutto facile, allora? «Un momento: un conto sono i sondaggi, altro il voto. Non dimentichiamoci di cosa accadde con Matteo Renzi in occasione del referendum. Ex post si sa sempre tutto...». L'inchiesta sui presunti fondi russi non rappresenta un rischio, secondo lei. E allora Salvini cosa deve temere di più? «Il capo del Viminale deve temere solo se stesso. Nel senso che deve far maturare dentro di sé l' assoluta volontà di vincere che aveva, ad esempio, Giulio Andreotti. Salvini ancora non vive per la vittoria. A lui dico: il futuro esiste soltanto in chi lo crea». L'opposizione conta di inchiodare il capo del Viminale con l' inchiesta sui presunti fondi russi al Carroccio. «L'unica ragione per la quale voterei per Salvini è proprio quella dei suoi rapporti con la Russia. Io credo che sotto sotto la pensino così anche gli italiani». Cosa glielo fa pensare? «Guardi che a noi italiani le bombe ce le hanno tirate gli americani. Viva la Russia!». E il Movimento 5 Stelle? Qual è il suo stato di salute? «Vale circa il 20%. Al momento non è certo una massa vincente». Qual è il maggiore punto debole dei pentastellati? «Le troppe anime. Tutte compatibili tra loro, ma causa di una visione che indebolisce il partito: un partito di massa deve avere una sola voce. Invece assistiamo a un' anima che dialoga, più o meno sotterraneamente, con il Pd di Zingaretti». I sondaggisti parlano di "trend": qual è quello di M5S? «Ristagnante. I grillini hanno raggiunto il livello del 4 marzo 2018 grazie all' assenza degli altri leader: hanno colmato un vuoto». M5S e Pd: gli elettori come reagirebbero a un' opzione del genere? «Quello attuale è un momento di difficile lettura: tutte le soluzioni sono possibili. Detto questo, come si comporterebbero gli italiani, in caso di crisi di governo, di fronte a un esecutivo guidato da Mario Draghi?». Lei che risposta si è dato? «Chi potrebbe dire "no" a una figura come la sua, al di sopra delle parti?». Un modo per dire che un possibile "governo del presidente" potrebbe non essere sgradito agli elettori? «Non tutte le soluzioni prospettate dal Quirinale sono cattive: prendiamo quella di Carlo Azeglio Ciampi nel 1993, che poi non a caso è diventato presidente della Repubblica». Salvini deve temere Draghi? «Costituzione alla mano, in Italia esiste un re che in certi ambiti agisce da re: il presidente della Repubblica. E Draghi a ottobre finisce il suo lavoro alla Bce ed è libero...». (TOM.MON.)

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